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Attualità giovedì 24 novembre 2016 ore 09:06

Garibaldi passò in fretta da Volterra

L'obelisco dedicato a Garibaldi

Il generale, durante la sua fuga, fece tappa nella città etrusca. Era il 1849 e la Repubblica Romana era ormai finita



VOLTERRA — L’eroe dei due mondi, nelle sue Memorie, ricorda di essere passato da Volterra nel tempo in cui “sventuratamente i preti dicevano esser i liberali una massa di assassini”. Era il 1849 e la Repubblica Romana era ormai finita. Ma, nonostante ciò, il generale, eroicamente, in fuga dai suoi nemici, si trovò a transitare sotto il Maschio di Volterra dove erano imprigionati Francesco Domenico Guerrazzi e altri patrioti toscani.

In quel momento, pensando agli esponenti del movimento risorgimentale, calcò, istintivamente, il proprio cappello sugli occhi, gesto che richiamò, contemporaneamente, il lutto per la sconfitta e la necessità di combattere per la liberazione del paese dall’imperialismo delle grandi potenze di allora. Nonostante la fama e la notorietà politica di Garibaldi, la sua rapida visita passò inosservata alle autorità e ai passanti.

Nella prima metà dell’Ottocento, infatti, la disinformazione generale e la scarsa diffusione delle riviste lasciavano nell’anonimato rivoluzionari e banditi, le cui immagini circolavano soltanto tra la polizia.

A distanza di anni, però, quel frettoloso passaggio, quel cenno reverente verso i compagni incarcerati furono ricordati dall’Obelisco che si trova al termine del viale dei Ponti.

Il monumento, dedicato dai cittadini al nizzardo, assomiglia a una “freccia” che sfida il cielo, dominata dalla stella rivoluzionaria, e nata direttamente dalla roccia. In passato, proprio quel luogo, era scelto dagli oratori, sia nazionalisti sia libertari, come sede privilegiata per tenere discorsi pubblici e comizi.

Attorno all’episodio, legato al più importante eroe nazionale, si sono diffuse voci che vedevano protagonisti alcuni cittadini. Si narra, infatti, che, tra gli abitanti di Volterra, vicini agli ideali risorgimentali, ci fosse qualcuno a conoscenza della presenza di Garibaldi in città. Questi lo aiutarono a restare in incognito e gli manifestarono la propria solidarietà, sottraendolo agli arresti e indicandogli la strada verso la libertà.   

Viola Luti
© Riproduzione riservata


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