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Attualità martedì 13 dicembre 2016 ore 16:00

Lawrence e l’amore-odio verso Volterra

David Herbert Lawrence

Il difficile e complicato soggiorno del 1927 nella città etrusca dello scrittore inglese, autore de "L'amante di lady Chatterley"



VOLTERRA — Il 10 aprile 1927 a Volterra tirava un vento gelido e scendeva una pioggia fastidiosa che, a tratti, ricordava il nevischio. La domenica successiva, il 17, sarebbe stata Pasqua, ma la natura pareva esserselo scordato. David Herbert Lawrence, autore de L’amante di lady Chatterley, e il suo amico Earl Brewster, stravagante pittore statunitense cultore di mistica orientale, erano appena arrivati in città. L’impatto con la città etrusca, però, non avvenne sotto i migliori auspici.

In quei giorni veniva festeggiato l’arrivo del nuovo podestà di Firenze e ovunque si aggiravano, secondo le parole dello scrittore inglese, “piccoli uomini tracagnotti vestiti di nero”.

Mentre i due artisti passeggiavano nelle vie del centro, incrociarono alcune ragazze che, intuendoli come stranieri, richiamarono la loro attenzione facendo il saluto romano. Dopo questo episodio che li lasciò interdetti e stupiti, l’attenzione dei due visitatori fu poi colpita da un cartello con su scritto «Mussolini ha sempre ragione». Il nuovo riferimento di compiacimento al regime indispose ulteriormente l’animo dei due uomini. Secondo loro, infatti, il motto rivelava una cecità ideologica degna dei popoli sottosviluppati. Furono, inoltre, impressionati negativamente dal lugubre impianto scenografico predisposto per la manifestazione e dalle pose che i giovani fascisti assumevano e che ai loro occhi sembravano l parodia degli atteggiamenti guerreschi delle legioni romane.

Gli imprevisti continuarono anche durante la notte all’albergo Nazionale, quando, il loro sonno fu disturbato da canti sguaiati e da slogan militareschi. La riconciliazione tra i due illustri ospiti e Volterra avvenne attraverso la visita delle bellezze urbane e panoramiche: la Porta all’Arco, le urne cinerarie del Museo etrusco, i vicoli stretti, la fortezza e la vista della valle con le colline che si avvicinano verso il mare.

Il soggiorno dello scrittore inglese fu, dunque, alternato da momenti di forte ostilità e indisposizione verso i volterrani e di apertura nei confronti della struggente bellezza del paesaggio toscano che la città, alta e solenne, conservava nel suo scrigno di pietra. Ci sono in Luoghi etruschi, il racconto dei viaggi compiuti da Lawrence in Toscana e pubblicato postumo nel 1932 passi indimenticabili dove, non da archeologo ma da artista, viene esaltata la gioia di vivere e la purezza vitalistica dell’antico popolo di cui Volterra era stata la culla.

Viola Luti
© Riproduzione riservata


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