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Cultura sabato 15 luglio 2017 ore 06:30

Le influenze etrusche nella cristianità

Corone, scettri e tuniche, le insegne dei sacerdoti rasenna sono state riprese e diventate centrali nell’iconografia della religione



VOLTERRA — Scontri, conquiste e sottomissioni segnano la storia dell’umanità. Conflitti che hanno dato origine a nuovi assetti politici, economici e culturali, determinando e condizionando i caratteri identitari dei popoli coinvolti. Influenze che, con il passare dei secoli, sono state da loro assimilate, diventando parte integrante del tessuto sociale e culturale.

Parafrasando il panta rei eracliteo e il postulato di Lavoisier, “niente si crea, niente si distrugge e tutto si trasforma” anche nella formazione di una civiltà. È, infatti, possibile trovare analogie che accomunano realtà sociali lontane nel tempo e nello spazio, tra cui gli elementi simili tra la ritualità sacra etrusca e quella cristiana. Contaminazione che vide, però, un passaggio intermedio a opera dei Romani i quali, in epoca monarchica, mutuarono dai Rasenna le loro insegne regali. Un collegamento indiretto unisce, quindi, gli abitanti dell’Etruria alla religione dei Vangeli, costituendo un’eredità iconografica che, dalla sella curule ai fasci littori, dalla solennità delle cerimonie all’utilizzo degli incensi, ha costituito “l’impianto scenografico” delle funzioni liturgiche.

Così, nella lista dei prestiti simbolici tra Rasna e Chiesa cattolica, il trono d’avorio diventa la sedia gestatoria, la corona d’oro la tiara, il mantello color porpora dei lucumoni l’abito talare vescovile, il bastone ricurvo dei sacerdoti la ferula papale e, infine, le immagini di divinità alate, presenti nelle raffigurazioni sepolcrali dell’antico popolo, ricordano gli spiriti angelici e demoniaci che animano i regni ultraterreni. Sincretismo figurativo che dimostra i passaggi e le suggestioni tra le diverse civiltà.

Viola Luti
© Riproduzione riservata


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