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Attualità sabato 04 giugno 2016 ore 09:55

La lettera perduta e ritrovata

Il racconto delle celebrazioni del 2 giugno. Corone ai monumenti, omaggio agli amministratori dal 1946 a oggi e l'inaugurazione di una nuova lapide



MONTECATINI VDC — Giornata piena di emozioni nel Comune di Montecatini Val di Cecina, in occasione della commemorazione del 2 giugno, Festa della Repubblica.

Nella mattinata, dopo la deposizione della corona ai monumenti dei Caduti, il Sindaco Sandro Cerri ha voluto riunire tutti gli amministratori che si sono succeduti dal 1946 ad oggi, ancora tanti ed in salute, nella sala Calderai della Miniera, e ha rilasciato loro un attestato.

Era presente Andrea Pieroni, consigliere regionale della Toscana, nell’occasione è stato presentato l’opuscolo Dopo 70 anni... le elezioni del 1946 scritto in collaborazione con l’associazione La Torre.

Nel pomeriggio, ancora una celebrazione molto emozionante, nella piccola località La Sassa: un corteo per la deposizione di corona alla lapide dei venti caduti della Prima Guerra, posata nel 1923 ad opera e spese dei sassetani e a seguire la inaugurazione di una seconda lapide incisa con i sette nomi dei caduti nella seconda guerra mondiale.

Una cerimonia inconsueta, dove Cerri ha voluto ricordare il sacrificio dei sette caduti aggiungendo ad ognuno di loro alcuni dati, la data della loro nascita, della loro morte e dove sono sepolti o dispersi, togliendo loro almeno in parte, l’anonimato.

Il più giovane, Sergio Spacaccini classe 1920 è morto a 22 anni a Carbonia nel 1942 ed è sepolto in luogo sconosciuto, mentre il più grande Giorgio Manetti classe 1909, è morto a 35 anni a Montecatini Valdicecina nel 1944, nella strage nazi-fascista che costò la vita a 82 persone.

E insieme a loro, Principio Caselli di anni 33, Gaetano Grassi di anni 28, Oscar Nannini di anni 27, Bruno Querci di anni 26, Nello Rocchi di anni 32.

La presenza dei familiari, invitati dal Sindaco, ha reso ancora più solenne ed emozionante la celebrazione.

Cerri, nel suo discorso alla cittadinanza, ha voluto ripercorrere le fasi storiche che l’Italia ha vissuto dal fascismo, all’avvento della Repubblica, all’età moderna, e non ha voluto dimenticare che nel Referendum del 2 giugno 1946, mentre in tutt’Italia i favorevoli alla Repubblica risultarono il 54.3 per cento, a Montecatini Val di Cecina risultarono essere il 76,8 per cento.

“…E’ grazie alla Repubblica e al suo ordinamento libero e democratico che siamo stati capaci di affrontare e stiamo affrontando anche adesso questo particolare momento negativo - ha detto Cerri – e, i principi fondamentali della Repubblica e riportati nella nostra Costituzione quali la libertà, la democrazia, la giustizia sociale, vanno difesi ogni giorno facendo ognuno la propria parte, sia a livello centrale, periferico e di singolo cittadino. I caduti della seconda guerra mondiale hanno il loro nome inciso su questa lapide presso il Centro Civico, onoriamoli al meglio perché è grazie a loro se oggi possiamo festeggiare i 70 anni della repubblica Italiana”.

Alla cerimonia hanno partecipato con i loro gonfaloni l’associazione ProLoco San Martino della Sassa e l’Associazione Volontari di Val di Sterza della Gabella.

I parenti dei caduti sono rimasti in silenzio e qualcuno di loro non ha potuto trattenere le lacrime.

Ma, dopo l’inno nazionale, quando sembrava che la cerimonia avesse avuto un epilogo, una parente molto discreta, nipote del caduto Oscar Nannini, ha tirato fuori dalla borsetta uno scritto.

Si tratta di una preziosissima lettera che Oscar ha scritto il 14 aprile 1942 proprio dal fronte.

“L’ho ritrovata in soffitta, rovistando tra le vecchie carte di mia madre sorella di Oscar” ha detto la donna mostrando lo scritto.

La carta velina è ben conservata, anche se quasi illeggibile perché sottilissima, e riporta in alto a sinistra una massima di Benito Mussolini.

Sorella carissima – scriveva Oscar – con molta gioia ho iniziato a leggere la tua lettera…. Vi voglio dire di avere pazienza … spero che presto sarò da voi tutti per essere felici…

Oscar Nannini, è morto al fronte, in Africa, il 9 maggio 1942, appena qualche giorno dopo aver scritto la lettera, ed il suo corpo è sepolto a Bari nel sacrario dei “Caduti Oltremare”.

Tanta tristezza in questo episodio e per questo soldato che sperava di tornare a casa e non di morire così lontano.


Marcella Bitozzi

Riproduzione riservata


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