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Attualità venerdì 18 marzo 2016 ore 14:30

"Sulle assunzioni dei forestali nessun ricatto"

Carlo Giannoni

Il presidente dell'Unione Montana Carlo Giannoni risponde alle dichiarazioni dei sindacati sulla vicenda degli operai trasferiti



POMARANCE — Non si placa la polemica sui costi degli operai forestali e sulle assunzioni ad opera dell'Unione Montana. I lavoratori vendono infatti a rischio i propri compensi per mancanza di risorse. Nei giorni scorsi sulla questione si erano espressi i consiglieri regionali Fattori e Sarti. Oggi torna a parlarne il presidente dell'Unione Montana Carlo Giannoni.

Intanto i sindacati annunciano uno sciopero per mercoledì 23 marzo a sostegno degli operai idraulico-forestali. Al presidente non è piaciuto che abbiano definito "ricatto occupazionale" l'assunzione da parte dell'Unione di alcuni operai trasferiti dalla provincia.

Secondo Giannoni l’Unione "ha eseguito il suo compito" assumendo gli operai dopo la soppressione delle province. Giannoni dichiara inoltre di essere "rimasto isolato ed inascoltato" quando si è lamentato delle difficoltà che il trasferimento, imposto dalla Regione, avrebbe comportato per l'Unione e per i lavoratori stessi.

"Sin dai primi giorni di novembre 2015 - dichiara il presidente - ho evidenziato le difficoltà che la legge regionale, soprattutto con il trasferimento alle Unioni del personale operaio forestale dalla Provincia, avrebbe determinato per l’Unione.

"Non solo sono rimasto isolato ed inascoltato - continua Giannoni - ma sono stato anche diffidato ad eseguire quanto normativamente previsto e cioè la firma dell’accordo con la provincia di Pisa e l’assunzione all’Unione del personale".

L’Unione avrebbe dunque eseguito il suo compito: "Altri non hanno fatto altrettanto, perché non solo non hanno trasferito le risorse finanziarie occorrenti per l’avvenuto trasferimento del personale, ma hanno tolto anche le risorse che tradizionalmente assicuravano la copertura del 60 per cento circa della spesa degli operai già in servizio presso l’Unione".

Nemmeno il sindacato, secondo Giannoni, avrebbe fatto il suo compito: "Benché informato delle difficoltà in cui la mia e le altre Unioni si stavano trovando per dare lavoro e, conseguentemente, salario agli operai forestali, ha aspettato questi ultimi giorni per proclamare lo stato di agitazione e lo ha proclamato per “valorizzare il patrimonio forestale regionale”, “per il futuro della forestazione”, “per il presidio territoriale”, ma anche “per respingere il ricatto occupazionale delle Unioni dei Comuni”.

"Vorrei sapere di quale ricatto occupazionale si va parlando - si chiede il presidente. - Il ricatto consiste forse nel fatto che senza le risorse della Regione per lo svolgimento di una sua funzione delegata, la forestazione appunto, le Unioni, enti a finanza derivata, sono nella impossibilità di assicurare il lavoro ed il salario ai lavoratori? Allora non si tratta di un ricatto delle Unioni, ma di una precisa responsabilità di quanti sinora conoscendo questa situazione sono stati allineati e coperti".

"Il nostro ente è stato tra i pochi, se non l’unico, a battersi sin dall'inizio in prima persona per il mantenimento della possibilità di esercizio della funzione forestazione - ribadisce Giannoni - destando molti malumori negli organi politici regionali,senza ricevere attestati di solidarietà e collaborazioni da altri soggetti che avrebbero dovuta avere a cuore le medesime finalità".

"Non posso che auspicare - conclude il presidente - che lo stato di agitazione e la manifestazione proclamata per il giorno 23 marzo possano trovare il risultato positivo per una situazione che dal novembre 2015 questa Unione ha avuto particolarmente a cuore ed ha curato completamente isolata".


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