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Attualità domenica 15 dicembre 2019 ore 10:03

Da 17mila abitanti a poco più di 10mila in 70 anni

Analisi del calo demografico della città di Sos: "Nel dopoguerra si parlava di diventare Provincia. Ora è cambiato il nostro modo di pensare, è grave"



VOLTERRA — L'associazione Sos è intervenuta con un'analisi sul calo demografico della città etrusca.

Tra i volterrani il tema è sentito e a ben vedere. Già qualche settimana fa Paolo Moschi di Uniti Per Volterra parlava dell'importanza della soglia psicologica dei diecimila abitanti, oggi Sos ha parlato del drammatico calo di abitanti, del 40 per cento, avvenuto tra il 1951 e oggi. La popolazione residente al 31 dicembre 2018 è di 10159 abitanti. Nel 1951 erano 17840.

"Volterra non mollare! - hanno detto esordendo da Sos - siamo soliti dire che non possiamo guardare il passato ma il futuro. E’ però vero che tutti noi siamo figli di un passato ed il presente del nostro territorio è spesso diretta conseguenza di decisioni politiche prese nei decenni passati. Vediamo alcuni dati. Volterra nel 1951 aveva 17840 abitanti (wikipedia) era la ventiseiesima città più popolosa della Toscana tant’è vero, che chi ha qualche capello bianco, si ricorderà che nel dopoguerra si pensava che Volterra potesse addirittura diventare provincia".

"In media la popolazione della toscana da quell’anno al 2011 è cresciuta del 13 per cento vale a dire che se oggi la nostra Città fosse cresciuta di quella percentuale dovrebbe essere ben oltre i 20.000 abitanti. Ci vuole poca immaginazione per capire come il peso che tale popolazione avrebbe influito sulle politiche nazionali e regionali. Dal 1961 al 2001 la nostra Volterra ha perso qualcosa come 6674 abitanti! (wikipedia)". 

"Non vi sono paragoni con altri centri simili a noi; pensate che dal 1951 al 2011 Colle Val d’Elsa è cresciuta del 76 per cento, avendo oggi oltre 21.000 abitanti. Nel 1951 ne aveva poco più di 12.000. Pontedera è cresciuta, sempre in termini di popolazione del 30 per cento, aveva poco più di 19.000 abitanti nel ’51 e nel 2011 era quasi a 25000, Ponsacco del 121 per cento, nel 1951 aveva meno di 7000 abitanti e nel 2011 più di 15.000". 

"Ci sono città che hanno avuto un decremento nel corso del tempo come San Gimignano e Massa marittima ma ben lontani dalle percentuali nostre, tra l’altro la Città delle torri dal 1991 è di nuovo in crescita e anche Massa Marittima dal 2001 è di nuovo in crescita. Unico esempio che continua ad essere negativo è Cortona con una perdita di abitanti dal 1951 del 32 per cento". 

"Sapete qual è invece la percentuale di perdita di popolazione del nostro poggio dal 1961 al 2011? 40 per cento".

"Solamente dal 1961 al 1981 sono state perse 3828 persone! Quando si viene a dire che oggi c’è crisi e ovunque si tagliano servizi, non si tiene conto che qualche poco lungimirante politico comunale, provinciale e regionale per non dire nazionale si è guardato bene di sviluppare il nostro territorio quando la crisi non c’era e gli altri crescevano in popolazione e servizi. Oggi ci vengono a raccontare la favolina che c’è la crisi e che bisogna tagliare anzi razionalizzare. Noi però abbiamo già dato abbondantemente, prima, quando la crisi non c’era, c’hanno massacrato e ora, visto che i numeri in termini di popolazione sono esigui, dato che“c’hanno levato anche le mutande”; vorrebbero toglierci anche quello che è rimasto! È un giochino che non torna! Nel secolo quattordicesimo Volterra fu dimezzata dalla peste; ecco lo stesso risultato l’ha fatto chi in quegli anni ha governato a vari livelli Volterra. Il risultato è che nel 2011 Volterra era l’ottanteseiesima città come popolazione della Toscana!". 

"Da 26 a 86 in sessant’anni come si dice 'è tanta roba!', della serie come perdere sessanta posizioni in sessant’anni. Quelli detti fino ad ora sono numeri che certo ci fanno riflettere ma quello che è più grave è che pian piano il nostro modo di pensare è cambiato, ci hanno messo in testa che a Volterra non si può...

non si può avere delle strade degne di questo nome

non si può avere l’ospedale

non si può avere una ferrovia

non si può... proprio non si può, e a forza di non si può hanno ridotto Volterra nelle nostre teste a un piccolo borghettino di campagna, dove è meglio fuggire appena si può e andare a vivere in quei centri dove se esci di casa nemmeno l’aria è buona da respirare. Negli ultimi anni Volterra ha saputo alzare la testa più volte lo ha fatto riempendo le piazze contro i tagli in sanità, protestando per una viabilità migliore,protestando contro quell’infame accordo della Solvay e in tante altre occasioni Volterra ha rialzato la testa".

"Se però qualcuno è convinto che “a Volterra non si può” faccia un giretto per le nostre chiese, alzi il capo e guardi il nostro palazzo comunale, faccia un giretto al teatro romano e ora anche all’anfiteatro... e poi due passi con la testa in alto per guardare i nostri palazzi, i nostri musei. Tutta questa “roba” ce l’hanno lasciata persone, gente come noi che, incredibile a dirsi oggi, ha sempre pensato in grande la nostra Volterra. Una Città diventa piccina in primo luogo quando non viene difesa da chi ci vive e soprattutto quando diventa piccina nella testa dei propri abitanti".


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