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Attualità sabato 25 marzo 2017 ore 13:10

Il Festival del teatro romano incontra i cittadini

Martedì 28 marzo, nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo dei Priori, appuntamento aperto alle Amministrazioni, alle associazioni e agli enti del territorio



VOLTERRA — Il Festival internazionale del Teatro Romano di Volterra si presenta al suo pubblico e a nuovi interlocutori con una veste notevolmente rinnovata.

Era già stato annunciato a fine dicembre al Teatro Persio Flacco, quando Simone Migliorini, il fondatore del Festival, aveva portato in scena un intenso “Pan... crazio” di Alma Daddario. Nell’ocacsione, la maggior parte della stampa e della televisione nazionale avevano salutato positivamente l'evento, segnalando l’utilizzo di una tecnica assolutamente innovativa: le cuffie wireless che davano una particolarissima immagine dello spettacolo.

il 28 marzo alle 21, che si svolgerà nella Sala dei Priori di Volterra, aperto a tutte le associazioni che operano o sono interessate a cultura, turismo, ma anche semplicemente aggregazione sociale. Una serata a cui sono stati invitati anche gli assessorati alla cultura e al turismo dei Comuni del Territorio.

Il nuovo direttore del Festival, Andrea Mancini, d'accordo con il consiglio della rassegna teatrale, ha chiesto di confrontarsi con le realtà del territorio legate al turismo e alla cultura. È stato così fissato un primo incontro martedì 28 marzo, alle 21 nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo dei Priori di Volterra. L’appuntamento sarà un momento di riflessione per unire associazioni ed enti che lavorano nel settore. Il Festival internazionale del Teatro Romano di Volterra ha, infatti, da tempo, individuato, nel territorio dell'Alta Valdicecina, il proprio futuro, non soltanto a livello teatrale, ma per promuovere eventi culturali che possano costituire un’attrazione turistica.

Il nostro progetto – dice Andrea Mancini - non esclude nessuna associazione, crediamo – antropologicamente – che anche il Primo Maggio o il 25 aprile, che un tempo si consumavano in feste danzanti sul Poggio San Martino, siano “cultura”. Vorremmo insomma organizzare qualcosa che assomigli anche a queste feste che ridia vita al Poggio Voltraio, là dove gli antichi Lucumoni tenevano in caldo le loro dodecapoli, i dodici pulcini d'oro, che rappresentavano le dodici città etrusche”.

La ricchezza di questo territorio è sempre stata quel senso di appartenenza, un’appartenenza millenaria dove la storia, le leggende, i fenomeni naturali si fondono, in una etnia omogenea – dice Simone Migliorini, fondatore del Festival, - E’ l’identità che ci accomuna, un’identità che ha il suo punto di forza e di centralità nella forte rappresentatività internazionale della città di Volterra. E’ una provincia naturale di un territorio, che le province politiche hanno minimizzato a territorio “border-line”, di confine. Ma la nostra posizione geografica, se letta come territorio centrale, rispetto ad almeno 5 attuali province e non come territorio ai margini delle stesse, può essere un grande punto di forza propulsivo, potremmo ancora proporci verso l’esterno con argomenti che non abbiamo ancora saputo esprimere e portare a reddito.


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