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Cultura mercoledì 04 gennaio 2017 ore 10:30

Moderne come le donne etrusche

Non solo regina della casa. Istruita, indipendente, libera di prendere decisioni e di poter contare su una propria autonomia economica e di pensiero



VOLTERRA — Conciliare famiglia, lavoro, cura della propria bellezza e tempo libero è la sfida che quotidianamente ciascuna donna deve affrontare. Un imperativo dei tempi moderni che, però, affonda le proprie radici nel passato. Difficile, infatti, credere che, già in epoca etrusca, le donne dovessero fare i conti con la gestione degli impegni. Ma in realtà è proprio così. Attente all’educazione dei figli e alle esigenze dei mariti, le rappresentanti del gentil sesso partecipavano a banchetti conviviali, assistevano a spettacoli, giochi sportivi e a cerimonie pubbliche. Riuscivano, inoltre, a trovare il tempo per curare la propria immagine. La donna, infatti, godeva di una propria autonomia e indipendenza che si rifletteva nei gesti della vita di tutti i giorni.

Scegliere liberamente gli abiti da indossare, ricevere un’istruzione, uscire senza la presenza del marito, sedere accanto a lui durante i simposi, avviare un’attività produttiva, possedere dei propri schiavi e una propria tomba, usufruire dei beni di un’eredità, effettuare un atto di compravendita e trasmettere il proprio cognome ai figli, ovvero il matronimico. Elementi, questi, che indicano un legame paritario all’interno della coppia e che creano un forte divario con la realtà di altre civiltà antiche. La sua emancipazione e la sua determinazione furono, infatti, duramente criticate dai Greci e dai Romani che la accusarono di dubbia moralità e di dissolutezza. Il mondo latino e quello ellenico si basavano generalmente su una cultura maschilista in cui la subalternità femminile era accettata passivamente. Relegate in casa, si limitavano a essere moglie e madri. Le donne etrusche, invece, mantenevano la loro identità, pur non venendo meno ai ruoli genitoriali e coniugali, come dimostrano i ritrovamenti di utensili relativi alle

Viola Luti
© Riproduzione riservata


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