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Lavoro martedì 28 gennaio 2020 ore 07:00

Sanità in Alta Valdicecina, incontro sindacati-Asl

L'Fp-Cgil riferisce di un tavolo "tecnico-politico" con la Asl e lamenta l'assenza del sindaco e della Sds. Perplessità sul numero dei posti letto



VOLTERRA — Venerdì 24 gennaio la Fp-Cgil di Pisa ha convocato un'assemblea dei lavoratori dell'Azienda Usl Toscana nord ovest della zona Alta Val di Cecina. "L’occasione - riferisce Mario Di Maio, segretario per la sanità pubblica di Fp-Cgil - ha rappresentato un momento di condivisione ed informazione in merito agli esiti dell’incontro con la Direzione aziendale di Usl del 10 gennaio scorso in un primo incontro che proseguirà nei prossimi mesi in merito agli scenari riorganizzativi dei servizi ospedalieri in Alta Val di Cecina".

Di Maio, in primo luogo, parla della sanità in Alta Val di Cecina come di "uno scenario complesso legato non solo all'ospedale ma anche ad altri servizi di estrema importanza quali: il centro di riabilitazione Auxlium Vitae, quello di riabilitazione motoria INAIL e REMS".

A seguire, il responsabile del sindacato riferisce sull'incontro con la Asl elencando vari aspetti e criticando l'assenza di Comune e Sds: "Dopo oltre due anni, dalla sottoscrizione in Regione Toscana di un Verbale d'intesa in riferimento ad una articolata proposta organizzativa sul Polo ospedaliero di Volterra, siamo stati finalmente convocati in un tavolo tecnico "politico" in cui erano assenti i principali “protagonisti” e sottoscrittori del documento quali: il Sindaco di Volterra ed il presidente della Società della Salute Alta val di Cecina Valdera.

Riguardo ai contenuti dell'incontro la Fp-Cgil parla di "luci ed ombre". Le luci: "Registriamo positivamente l'avvio dell’automedica h24 con un infermiere ed un medico in più al pronto soccorso di Volterra ed il completamento delle attività di formazione e messa in funzione del servizio di telemedicina e tele consulto Pediatrico.

Le ombre riguardano soprattutto la rimodulazione di 8 posti letto in chirurgia in un nucleo di cure intermedie in riferimento alla DRT 909 del 2017. "In primo luogo - osserva Di Maio - è evidente che questa conversione sottrae evidentemente posti letto alla chirurgia complessa. Di fatto questi posti per acuti rientrerebbero, in un rafforzamento della case della salute in cui anche i MMG (medici di medicina generale) darebbero il loro apporto all'interno del presidio Ospedaliero in collaborazione sia con la guardia medica che con il medico specialista della struttura. Se da un certo punto di vista potrebbe rappresentare una soluzione per evitare dimissioni "precoci" per pazienti che hanno ancora necessità di assistenza ospedaliera, dall'altra parte pongono ulteriori dubbi sul fatto che la loro conversione possa rappresentare una soglia sotto il quale si poterebbe la struttura sotto i 50 posti letto, definito tra l’altro dal decreto Balduzzi, portando ad una sorta di “declassamento” dell’ospedale".

Per questo il sindacato esprime "forte preoccupazione" sulla rimodulazione dei posti letto, che "potrebbe modificare l'assetto dell'ospedale configurandosi in qualcosa d'altro, molto più vicino ad un ospedale di comunità", con "ricadute sul personale ed assetti organizzativi tutti da definire". Per la Fp-Cgil "è assolutamente necessario fare chiarezza ed entrare nel merito".

"Altra questione - prosegue Di Maio - sono il recupero delle attività chirurgiche, il recupero degli ambulatori degli specialisti in quello che consideriamo il vero “motore” per il buon funzionamento dell'ospedale. Già recentemente abbiamo fortemente criticato il forte calo delle attività in elezione con dati incontrovertibili sul numero degli interventi in particolare delle attività ortopediche a causa della perdita dei professionisti e specialisti. Gli attuali organici dei chirurghi sono all'osso. Solo due per l'ortopedia e tre per la chirurgia che ovviamente fanno del loro meglio per garantire l'attività".

"C’è l’impegno di spostare ed incrementare una parte dell'attività chirurgica attraverso una "rete" di medici specialisti con Pontedera - riferisce in proposito Di Maio - anche con forme di incentivazione definite attraverso tavoli contrattuali sindacali con l’area della dirigenza medica, ma il rischio e che oggi non solo non siano sufficienti ma creino disparità di trattamento e contraddizioni".

"Ci permettiamo di sottolineare - queste le conclusioni del sindacalista - che qualche anno fa questa O.S. ha spesso cercato di esprimere forti preoccupazioni cercando di anticipare e prevedere gli scenari, ma siamo rimasti inascoltati. Troppo spesso ormai sentiamo enunciare il problema della mancanza di medici che rifiutano in particolare destinazioni dei piccoli ospedali come Volterra. Vero che il problema parte da lontano con responsabilità di carattere nazionale per una grave carenza di programmazione e di blocco del turnover per problemi di carattere economico, ma è altresì vero che in una politica virtuosa e lungimirante si potevano anticipare soluzioni attraverso una circolarità, ad esempio, di professionisti con Pontedera attraverso un circolo virtuoso. Il problema non parte da oggi e chi dirige un azienda come questa doveva probabilmente lavorare in un ottica più lungimirante. Ci aspettiamo al prossimo incontro risposte più puntuali ed esaustive che determinino soluzioni concrete".


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