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Attualità martedì 20 giugno 2017 ore 17:30

Un nuovo museo di Arte Sacra

Foto d'archivio

L’inaugurazione del nuovo Museo Diocesano è prevista per venerdì 30 giugno nella chiesa di Sant'Agostino. Esposte opere di artisti volterrani



VOLTERRA — Il vescovo Alberto Silvani, a nome della Diocesi di Volterra, è lieto di annunciare che venerdì 30 giugno 2017, a partire dalle 16,30, avrà luogo l’inaugurazione del nuovo Museo Diocesano di Arte Sacra, nella Chiesa di Sant’Agostino a Volterra.

Si tratta di un evento di grande importanza per la vicenda culturale non solo di Volterra e della sua estesa Diocesi, ma dell’intera Toscana. Peculiarità di questo Museo – forse il primo e unico in Italia – è la sistemazione delle opere d’arte e suppellettili all’interno di una Chiesa che non è stata sconsacrata, ma che continua a rimanere luogo di culto, in particolare per i Volterrani che ad essa sono molto legati, almeno fin dal 1811 quando, soppressa dal governo francese la famiglia monastica degli Agostiniani, il vescovo Giuseppe Gaetano Incontri vi trasferì il titolo parrocchiale dalla vicina Chiesa di San Pietro in Selci.

L’adeguamento funzionale e la nuova collocazione del Museo Diocesano nella Chiesa di Sant’Agostino sono stati possibili grazie al lascito testamentario della nobildonna Sig.ra Franca Paoletti Adamo, deceduta in Siena il 19 dicembre 2000, che volle così onorare la memoria del padre, Avv. Paolo Paoletti, benefattore generoso della città di Volterra, il cui nome evoca ancora un gradito ricordo da parte di tanti nostri concittadini.

Il nuovo Museo Diocesano-Chiesa di Sant’Agostino viene così ad incrementare ulteriormente l’offerta culturale della Città, affiancandosi allo storico museo etrusco di Mons. Guarnacci (primo museo pubblico in Italia - 1762), alla Pinacoteca Civica realizzata da Corrado Ricci ed Ezio Solaini nel 1905 e al nucleo originario del Museo Diocesano nella sede di Via Roma dal 1932.

Il restauro della monumentale Chiesa urbana è stato realizzato anche grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana, attingendo ai fondi dell’8xMille dell’Irpef destinati a finalità culturali. L’allestimento museale è stato curato dallo Studio Guicciardini e Magni Architetti, con sede in Firenze e Poggibonsi. Gli allestitori sono stati affiancati da una commissione appositamente nominata dal Vescovo e presieduta dal direttore scientifico del Museo, cav. dott. Umberto Bavoni. 

Della commissione curatrice hanno fatto parte anche il dott. Andrea Falorni, incaricato diocesano per i beni culturali, il cav. dott. Alessandro Furiesi, archivista diocesano, il dott. Amedeo Mercurio della Soprintendenza di Pisa e il geom. Fabio Iozzi, come responsabile unico del procedimento.

All’interno della Chiesa-Museo, per la quale si è voluto conservare in tutto l’aspetto di luogo di culto e di devozione, oltre al corredo artistico proprio della stessa Chiesa di Sant’Agostino, sono esposte opere provenienti per lo più dalla Cattedrale, dalle chiese cittadine e, pur in piccola parte, da chiese del territorio diocesano. Il valore aggiunto di questo nuovo istituto è senz’altro il recuperato legame tra gli arredi, le suppellettili liturgiche realizzate nel corso dei secoli, e il luogo per il quale erano state create residenze per l’esposizione eucaristica, paliotti, cartegloria e bendinelle.

In questo modo sarà evidente anche la valenza catechetica del nuovo allestimento (prioritaria rispetto a criteri di ordine cronologico o tipologico), in particolare per i bambini e i ragazzi che si apprestano a ricevere i Sacramenti dell’iniziazione cristiana.

Gli spazi della Chiesa, con il suo arredo, hanno imposto una disposizione obbligata delle opere e una esposizione parziale ma significativa rispetto alla cospicua quantità di manufatti artistici conservati dalla Diocesi di Volterra. Tuttavia il nuovo Museo Diocesano si configura come una realtà dinamica, in continuo divenire, all’interno del quale le opere ora esposte vedranno una frequente rotazione con quelle attualmente nei depositi, consentendo così di mostrare, volta per volta, un patrimonio sempre nuovo agli occhi del visitatore, che sarà invogliato a ripetere la visita in tempi diversi.

Nell’area di accesso, sotto un antico architrave del secolo X proveniente da San Lorenzo a Montalbano, a ribadire il legame di questo Museo con l’intero territorio diocesano, si trovano le campane di bronzo da diversi campanili di chiese rovinate, su steli sottili che emergono da una grande vasca metallica con la terra grigia dei calanchi di Volterra: esse convocano il visitatore e lo invitano ad immergersi spiritualmente e culturalmente in questo specifico contesto locale.

Sulla soglia della pedana centrale, disposta come un grande tappeto rosso che conduce verso l’altare, si trovano l’antico crocifisso in legno dipinto del monastero di Santa Maria della Marca di Castelfiorentino e la cinquecentesca acquasantiera in alabastro della chiesa di Sant’Andrea di Volterra: essi ci ricordano la peculiarità unica di questo Museo Diocesano, come percorso che, snodandosi all’interno di una chiesa, non offre soltanto l’opportunità di ammirare opere d’arte, ma anche di cogliere in esse, nel loro contesto originario, un messaggio trascendente.

"Chi decide di addentrarsi in questo viaggio, è accolto e salutato dal busto in terracotta invetriata (realizzato da Benedetto Buglioni) del papa e martire San Lino, primo papa della storia dopo Pietro e patrono della nostra terra - spiegano dalla Diocesi - icona e simbolo di tutta la Diocesi. Il percorso di visita è poi totalmente libero. Certe classi di arredi e suppellettili, laddove possibile, si trovano proprio negli spazi dove un tempo erano usate o custodite, sulla base delle esigenze del culto e della liturgia.

Molti i preziosi arredi sacri che fanno parte della rinnovata collezione, come la testa reliquiario di San Vittore, donata da papa Callisto II al vescovo di Volterra nel lontano 1120, in occasione della dedicazione della Cattedrale; il busto reliquiario di Sant’Ottaviano e la preziosa croce attribuita ad Antonio del Pollaiolo; i reliquiari in argento delle Sante Spine e del Preziosissimo Sangue di Gesù e il calice regalato dal Beato Pio IX nel 1857. 

Nelle vetrine della sacrestia hanno trovato adeguata collocazione anche alcuni ricordi dei vescovi legati alla nostra Città: il pregevole anello in oro e alabastro appartenuto a Mons. Vasco Giuseppe Bertelli, la croce pettorale e l’anello in oro e lapislazzuli lasciati alla Diocesi dal compianto Mons. Mansueto Bianchi, nonché la croce in argento recentemente regalata da Mons. Mario Meini.

I dipinti maggiori sono esposti al di fuori della pedana, su pannelli rossi collocati a parete tra gli altari laterali: in questo modo l’architettura della Chiesa e il suo corredo di opere non sono alterate dalla nuova funzione museale.

Tra le pitture, meritano senz’altro un cenno l’ “Annunciazione” di Benvenuto di Giovanni, per la prima volta ricomposta con la sua originaria predella; la celebre “Madonna in trono con Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Bartolomeo”, meglio nota come “Pala di Villamagna”, opera di Rosso Fiorentino del 1521 (coeva alla famosissima “Deposizione” oggi conservata nella Pinacoteca Civica); la “Madonna in trono tra i Santi Pietro e Paolo”, tavola del nostro Daniele Ricciarelli (detto il “Brachettone”, per aver coperto i nudi michelangioleschi della Cappella Sistina) e le opere di un altro grandissimo pittore, anch’egli volterrano, Baldassarre Franceschini

Insomma, il nuovo Museo Diocesano si presenta come una raccolta di assoluto pregio che, oltre a valorizzare una parte dell’ingente patrimonio artistico ecclesiastico volterrano, potrà aiutare il visitatore a meglio comprendere la funzione originaria delle opere in esso esposte e la loro valenza ai fini del culto e della catechesi. Il tutto opportunamente corredato da pannelli didattici multimediali, secondo le più moderne esigenze della tecnologia.


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