Attualità

A Volterra la detenzione del conte criminale

Il nobile Giuseppe Maria Felicini trascorse 43 anni nella Fortezza per avere commesso 11 omicidi e numerosi crimini minori

La Fortezza di Volterra

Nato nel 1626 in una facoltosa famiglia, il conte bolognese Giuseppe Maria Felicini ha lasciato poche notizie relative alla sua infanzia e alla sua adolescenza, ma numerosi sono, invece, i fatti di cronaca nera riconducibili all’età adulta. Il nobile fu protagonista di numerosi e sanguinosi misfatti. Il bandito, non a caso, vantava un lungo e variegato curriculum criminale: 11 omicidi all’attivo, prevalentemente contro popolani che reagirono ai suoi soprusi, e un interminabile elenco di reati minori tra cui furti, violenze e sopraffazioni.

La sua ricca e dettagliata carriera malavitosa gli valse, prima, l’espulsione da Bologna, con il conseguente esilio in un piccolo feudo sull’Appennino Tosco-emiliano, dopo, l’arresto definitivo. Catturato, il 24 luglio 1672, dai gendarmi del Granduca di Firenze, fu portato al penitenziario di Volterra dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1715. Le sue malefatte, però, continuarono anche in prigione. Sembra, infatti, che durante la sua detenzione, durata 43 anni, avesse sedotto la moglie del castellano del carcere.

A tentare di sfatare la fama del criminale impenitente arrivano in suo soccorso alcune voci. Si narra, infatti, che redento e confessato, avrebbe lasciato, in punto di morte, una donazione alla chiesa locale per permettere la costruzione di una nuova cappella.

La personalità complessa, l’alone di violenze e di efferatezze, lo rendono uno dei carcerati più intriganti e più studiati della Fortezza volterrana.