Attualità

Aperte le porte della chiesa di San Dalmazio

I ragazzi del liceo Carducci hanno già iniziato a illustrare ai visitatori la Deposizione di Rossetti. Domani la seconda Giornata di Primavera del Fai

Sono iniziate oggi pomeriggio le visite alla chiesa di San Dalmazio a Volterra, aperta straordinariamente per due giorni, in occasione delle Giornate di Primavera del Fondo per l'Ambiente Italiano

UNA APERTURA STRAORDINARIA. Anche domani, 22 marzo, sarà aperta la cappella di proprietà della famiglia Inghirami che ospita la Deposizione del Rossetti, dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18,30.
Oggi la visita guidata è stata a cura degli studenti della classe terza B del liceo scientifico, che insieme ai volontari del Fai, i quali si occupano della raccolta fondi, hanno accolto già i primi visitatori. Gli studenti si sono dimostrati molto preparati, grazie al lavoro svolto in classe con i loro insegnanti e c'è stato già un buon afflusso di visitatori. Domattina saranno presenti gli studenti della quarta A di Scienze Umane e nel pomeriggio la quarta A Liceo Artistico, e la prima A del Liceo Classico
La collaborazione tra la delegazione del Fai di Pisa, l'amministrazione comunale, il liceo Carducci e la disponibilità della famiglia Inghirami, proprietaria della chiesa, hanno reso possibile riscoprire questo gioiello di Volterra, poco conosciuto e solitamente chiuso al pubblico.

LA CURIOSITA'. Una chiesa che non solo ospita la Deposizione della Croce, dipinta da Giovanni Paolo Rossetti tra il 1551 e il 1556, opera del manierismo spesso accostata alla più famosa del Rosso Fiorentino. C'è, infatti, un'altra curiosità legata a questa piccola cappella in San Francesco, che in pochi conoscono. Secondo gli archivi della famiglia Inghirami, come scritto da Porretti "per i volterrani la chiesa di San Dalmazio è la 'Chiesa del briaco': in base ad una disposizione testamentaria di un membro della famiglia Inghirami, nel giorno della scomparsa del committente veniva celebrata una messa di suffragio; la funzione, che si svolgeva la mattina molto presto, finì con raccogliere sempre meno persone e soprattutto uomini che, avendo abbondantemente bevuto durante la notte, prima di ritornare a casa, si fermavano in chiesa". "Altri invece - si legge ancora - giustificano il nome con la inebriante passione del committente per il vino".
La chiesa fa parte di un antico e grande complesso monastico: il convento fu trasformato in epoche successive in scuola e poi in abitazioni. La struttura venne edificata agli inizi del Cinquecento. La chiesa, fabbricata a spese del Comune e, si dice, su disegno di Bartolomeo Ammannati fu consacrata nel 1547 da Monsignor Cherubino Scarpelli.