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Le piante più colpite: la specie Pinus pinea

Il Consiglio degli agronomi e forestali: "sono stati danneggiati soprattutto alberi che hanno subìto interventi che ne hanno indebolito la struttura"

"Indubbiamente l'evento è stato di un'intensità eccezionale: dati ufficiali parlano di raffiche di venti di Nord-Est che hanno superato i 200 km/h sulle Alpi Apuane, e nelle città partendo da Firenze per ridursi verso Grosseto si sono toccate punte tra i 170 e gli 86 km/h". Così in una nota il Conaf, il Consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali, in merito al maltempo che si è abbattuto ieri in tutta la Toscana e anche oltre.
"Gli alberi nelle città sono notevolmente soggetti a limitazioni sia nello spazio delle radici che nell'effettivo sviluppo in altezza, per far spazio ad opere infrastrutturali, come strade e impianti e spesso c'è da chiedersi se certi accanimenti sulle piante siano giustificati o meno - dicono dal Conaf - per quanto riguarda la vegetazione, le piante più colpite nelle aree urbane appartengono alla specie Pinus pinea, sicuramente anche i più diffusi nelle aree colpite, ma non sono rimasti indenni anche lecci, pioppi, olmi, e persino palme".
Il Consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali ricorda che sono stati colpiti anche i cipressi del famoso viale di Bolgheri, ma anche il viale tra Donoratico a Marina di Castagneto: i danni hanno interessato piante dalle caratteristiche più differenziate, che sono state sradicate, spezzate o stroncate. "Sono stati coinvolti per la maggior parte dei casi alberi che hanno subìto nel corso della loro vita interventi che ne hanno indebolito la struttura - spiegano - ma anche piante sulle quali erano stati effettuati interventi di manutenzione e alleggerimento della chioma".

"Occorre un piano di monitoraggio e di verifica con professionisti qualificati, quali Agronomi e Forestali, di tutte le alberature del Paese sia nei centri urbani che lungo le strade - sottolinea Andrea Sisti, presidente Conaf e componente del Comitato nazionale del verde - solo così eviteremo di contare altre vittime così come già avviene per i dissesti idrogeologici". 

 "Purtroppo - aggiunge il Conaf - siamo ancora abituati a ragionare sulla base delle medie stagionali, quando invece dobbiamo prendere coscienza che, parlando di fenomeni atmosferici, i picchi estremi sono sempre più frequenti".
Il Conaf sta collaborando attivamente anche in seno al Comitato per lo sviluppo del verde pubblico (legge 10/2013) e con l'Anci per supportare le amministrazioni nelle attività di monitoraggio, di gestione e di pianificazione del verde urbano.