Attualità

Cordoglio volterrano per la morte di Albertazzi

Tra gli altri Migliorini e Pantani hanno ricordato il regista che era anche tra i firmatari dell'appello per salvare il Festival del Teatro Romano

Giorgio Albertazzi

Il comico Ubaldo Pantani e il direttore del Festival del Teatro Romano Simone Migliorini hanno ricordato Giorgio Albertazzi scomparso ieri a 92 anni. 

Migliorini ha postato delle foto insieme ad Albertazzi che era uno dei firmatari, insieme a Dario Fo e tanti altri, dell'appello per salvare il Festival internazionale del Teatro Romano.

Accanto a Migliorini anche Pantani. Il comico e personaggio televisivo di Ponteginori aveva lavorato a lungo con Albertazzi e ha scritto un lungo ricordo su Fb: "Dopo Freak Antoni oggi se n'è andato un altro pezzo della mia vita. Artistica, certo, ma chi fa questo lavoro sa quanto quella privata e quella artistica si sovrappongano e si alimentino a vicenda. Ho conosciuto Albertazzi a Volterra, grazie all'amico Simone Migliorini. Per 5 anni ho partecipato ai suoi stage estivi. All'epoca, sapevo a malapena chi fosse il Maestro, la ram del mio cervello era occupata quasi del tutto dal calcio e dal punk rock. Conoscevo molto più le gesta di Tivelli del Foggia che non quelle di Troilo e Cressida. Alla parola Squillo associavo Jo e le Kandeggina Gang e non certo quello dell' "angelica tromba". Mi ha scoperto attore. Mi disse "...se vuoi, puoi farlo questo lavoro". Che detta così può sembrare un po' come "fallo, tanto uno più o uno meno..." ma chi lo conosceva sa quanto fosse preziosa quella sentenza. L'ultima volta che l'ho incontrato, premisi "Maestro, non si ricorderà di me...". "Non mi ricordo i nomi ma le facce. Hai il viso etrusco, Volterra", mi disse. "Sì, Maestro". E così da quel giorno anche per togliermi dalle diatribe campanilistiche Pisa-Livorno, mi definisco etrusco. Un vezzo e una comodità per ogni sviluppo di vita. Gli etruschi del resto, non si sa da dove sono venuti e come se ne sono andati. Un alibi perfetto per chi vive in questi tempi incerti. Albertazzi era bello, spietato, sempre innamorato. Un attore. Ma a differenza di quasi tutti, mostruosamente bravo. Mi ricordo ogni parola che ha detto, ogni spunto di riflessione, ogni monito, soprattutto sull'amore. Ogni volta che la penserò Maestro, metterò le mani a tettoia sulla fronte, come a scrutare l'orizzonte, come feci a Fiesole a teatro. Per guardarla meglio e capire cos'è la recitazione, la vita, l'amore. "L'amore è eros", diceva. Forse sì, Maestro. Il resto, temo, è tutta trippa per psicologi.

R.I.P.

Un allievo"