Spettacoli

Dalla Silicon Valley di ieri all'Italia di oggi

Un successo la prima a teatro dello spettacolo di Andrea Cappellini e del fantasma di Jobs, inserito nell'evento dei liceali volterrani 'Vai Oltre!'

Foto di Roberto Nesti - Immagine di repertorio

A lui, ragazzo di Provincia, è capitato come spirito guida il fondatore della Apple che lo consiglia e cerca di spingerlo a cambiare vita. Ma per il giovane italiano dei nostri tempi, non è una sfida facile. E' un dialogo surreale ma reale quello sul palcoscenico tra Andrea Cappellini, nelle vesti di se stesso, e la voce fuori campo del fantasma di Steve Jobs. Certo uno spettacolo teatrale divertente in cui le battute non mancano di far ridere il pubblico, ma anche un racconto amaro dell'attualità.
Ha debuttato ieri sera, 16 aprile, al Persio Flacco di Volterra lo spettacolo del 27enne comico di Pomarance 'Tutta colpa di Steve', scritto da Cappellini con l'autore Marco Vicari. Voluto dai liceali di Volterra nell'ambito della loro tre giorni di eventi 'Vai Oltre!' in programma fino a domani, 18 aprile. E sicuramente Cappellini è uno di quelli che sono andati oltre, riuscendo a portare sul palco ironia e divertimento, ma anche una riflessione sulla 'non-rivoluzione' in corso nell'Italia di oggi.
Lo spettacolo si presta a vari piani di lettura e svela riferimenti letterari colti e non banali. Oltre alle sane risate, che già di per sé varrebbero il biglietto, ci sono gli episodi biografici della vita di Andrea intrecciati nella storia. Il filo rosso della tecnologia come paradigma dei cambiamenti. Sullo sfondo il racconto di uno spaccato del mondo di oggi, tra smartphone e colloqui di lavoro andati male, tra la vita universitaria e il sogno di realizzarsi. Per portare in scena una storia che vale mille storie e mandare un messaggio forte e chiaro. Arrivato anche agli studenti che alla fine dello spettacolo si sono alzati in piedi per salutare Andrea.
Tutto ruota intorno a lui. Cappellini da solo in scena per oltre un'ora tiene il palco, affiancato solo dalla voce fuori campo e da Giacomo Anichini che, in pigiama come ogni studente universitario che si rispetti, lo aiuta con le musiche. Sì perché Andrea non solo scrive, recita, fa ridere, ma canta e suona. Anche una versione di 'Bella ciao' che diventa una metafora dell'attualità. Linguaggi che si intrecciano, che fanno ridere e riflettere, e ricordano un grandissimo come Giorgio Gaber.
Certo Andrea di strada ne ha ancora da fare, ma sicuramente ha talento e il suo primo vero spettacolo è assolutamente da vedere. Non è facile per lui che non solo viene da un posto sperduto come Pomarance, ma non ha neanche la faccia brutta o particolare come molti comici, bensì un viso carino e pulito. Un po' come Gioele Dix. Auguriamo al 'Cappe' la sua fortuna, e anche di più.