Attualità

"La testa Lorenzini resti a Volterra"

Ad aggiungersi al coro di chi vuole che il prezioso reperto etrusco non finisca esposto a Firenze è Ettore Bucci di Sinistra Italiana

Ettore Bucci (Sinistra Italiana)

"La vicenda è davvero importante per chi, da umanista e persona che contribuisce alla vita accademica e politica, si confronta con le questioni del territorio".

A scrivere è Ettore Bucci, segretario provinciale di Sinistra Italiana che sta portando a termine un dottorato di ricerca in storia alla Scuola Normale, in merito alla questione della Testa Lorenzini (nella foto sotto), reperto etrusco che sta per finiere esposto al Museo archeologico di Firenze.

"La testa, in marmo apuano o comunque italico, apparteneva a una statua, è di provenienza quasi certamente volterrana. Rappresenta molto probabilmente una divinità, Herakles o Apollo. Forse apparteneva ad un più ampio edificio religioso. La datazione della scultura si può far risalire alla fase tardo-arcaica dell’arte etrusca (fine del VI e inizi del V secolo avanti Cristo). L’opera è stata probabilmente realizzata da una bottega che eseguiva opere fortemente influenzate dalla tradizione greco-orientale con ascendenze attiche. Insomma: è davvero un reperto più unico che raro, soggetto di una storia davvero particolare. Nel 1976 la Soprintendenza la segnala come bene privato di famiglia Lorenzini, che sostiene di aver rinvenuto la testa in un pozzo della corte della loro casa volterrana.

Nel febbraio di quest'anno la Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero dei beni culturali ha acquistato il bene per 355.000 euro, esercitando il diritto di prelazione su proposta della Soprintendenza di Firenze, Pistoia e Prato. Il bene, sinora esposto al Museo Guarnacci di Volterra, rischia di esser soggetto a nuove collocazioni: il Museo Archeologico Nazionale di Firenze o il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Abbandonerebbe, quindi, la città di Volterra.

Condivido pertanto la battaglia che ha lanciato il sindaco Macro Buselli affinché, attraverso un tavolo tecnico apposito con il Ministero, il bene possa restare al Museo Guarnacci, a disposizione della pubblica fruibilità. Lo faccio con la riflessione sempre attuale proposta per altre vicende dallo storico dell'arte Tomaso Montanari: gli spostamenti delle opere d'arte e del patrimonio artistico sono una cosa seria, non lo si può sottovalutare.

Aggiungo un ulteriore elemento: la promozione delle arti e delle culture non può avvenire nel nostro Paese con la costante concentrazione di beni ed opere nelle grandi città o nelle metropoli. Cuore della proposta culturale italiana è la sua pervasività sul territorio: si trovino piuttosto le condizioni affinchè cittadine medie e piccole come Volterra, ricche di storia e patrimonio artistico materiale e non solo, possano essere sempre raggiungibili per un pubblico internazionale, con servizi di trasporto pubblico efficaci, appositi strumenti di cura del patrimonio artistico delocalizzati, apposito personale pubblico distaccato sui comprensori per gestire tutela e promozione dei beni. Personale stabile, rinnovato tramite i giovani studiosi e le giovani studiose formati nelle nostre Università, con contratti stabili e dignitosi, non con precarietà o finto volontariato, non con una vocazione mercantile, come dice l'associazione "Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali".

Anche la cultura può essere oggetto di una seria e concreta battaglia politica, in un quadro generale di alternativa che tiene assieme i bisogni delle cittadine e dei cittadini ed una diversa idea di società".