Attualità

Il “vedrai” volterrano che guarda al passato

Apparentemente rivolto al futuro, il tipico modo di dire degli abitanti della città sembra racchiudere in sé una velata forma di accettazione

Lemmi e modi di dire gergali costituiscono la patina linguistica e identitaria di una realtà territoriale. Espressioni che spesso perdono il proprio significato, diventando veri e propri tic linguistici.

Tra le espressioni dell’intercalare degli abitanti di Volterra spicca tra tutti il “vedrai” o, nella forma aspirata “verai”. Con o senza spirantizzazione dell’occlusiva dentale sonora, in qualunque modo si analizzino, le due versioni non posseggono le caratteristiche semantiche dell’indicativo futuro. Indipendentemente dagli aspetti logici sembrano, infatti, sottintendere un velato e dissimulato “che vuoi farci?! D’altronde è così!”, come constatazione dell’ineluttabilità di un fatto già avvenuto o che sta per compiersi.

Una velata accettazione di un destino avverso quanto inevitabile sembra richiamare una possibile eredità etrusca. L’antico popolo, infatti, sembrò rassegnarsi al proprio destino, riconoscendo la superiorità militare dei Romani e lasciandosi conquistare. L’esclamazione dialettale, così, sottratta al suo contenuto concettuale letterale, è in sintonia con lo spirito pratico e con il culto della vita che fu proprio dei Rasenna.