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L'anidride carbonica arriverà solo dalla geotermia

La Regione Toscana non rilascerà più concessioni alle aziende che intendono coltivare CO2 dal sottosuolo toscano in maniera tradizionale

La Regione Toscana non rilascerà più concessioni alle aziende che intendono coltivare anidride carbonica dal sottosuolo toscano in maniera tradizionale. "Valorizzeremo - spiega il governatore Rossi - un primato della Toscana, l'unica regione in Italia dove viene svolta attività geotermoelettrica e dove esiste un accordo con Enel che permette di raccogliere la CO2 dai camini delle centrali gratuitamente".

La giunta ha avviato, nella sua seduta di ieri, 1 settembre, la discussione sul provvedimento che verrà assunto nelle prossime settimane. Si tratta di una scelta già prefigurata  dal Paer, il Piano ambientale e energetico regionale in fase di approvazione, nel quale si prevede che in sede di valutazione di impatto ambientale sia considerata, in una logica di valutazione costi-benefici tra le alternative proposte, la possibilità di ricorrere a differenti tecniche di coltivazione della Co2 se meno impattanti di quelle estrattive.
"E' una posizione – spiega il presidente Enrico Rossi – di responsabilità nei confronti dell'ambiente, ma anche delle esigenze del sistema produttivo".


Gli accordi stipulati con Enel Green Power, unica titolare delle concessioni geotermoelettriche in Toscana, prevedono che si sviluppino progetti per il recupero ed il riutilizzo della CO2 emessa dalle centrali ed a tal scopo impegnano la società a concedere gratuitamente la CO2 in uscita dagli impianti di abbattimento AMIS nonché gli spazi nell'ambito delle centrali per la realizzazione degli impianti necessari. Questo metodo può sostituire il tradizionale, che prevede invece la perforazione del terreno tramite trivelle e la conseguente estrazione della CO2 dal sottosuolo.