Attualità

L’esordio volterrano di Benigni

Nel 1987, una strana reazione del pubblico accoglie il comico fiorentino durante lo spettacolo di improvvisazione

Roberto Benigni in una foto degli anni '80

Nel 1987, Vittorio Gassman, al tempo direttore artistico di Volterrateatro, aveva organizzato in città eventi di grande livello. Gli ospiti dell’iniziativa erano mostri sacri del teatro internazionale: Jacques Weber, Gigi Proietti, Gerard Desarthe e Giorgio Gaber.

Alla serata conclusiva della rassegna, che aveva come argomento la poesia estemporanea, partecipavano poeti e cantori importanti come Edilio Romanelli, Roberto Benigni e altri maestri dell’ottava rima. Ma, sul manifesto dello spettacolo, il nome di Benigni era stato scritto con caratteri più grandi rispetto a quello degli altri artisti; il pubblico volterrano pensò, così, di aver prenotato i biglietti per assistere, quasi esclusivamente, all’esibizione del loro beniamino.

Arrivata la sera del grande evento, gli spettatori rimasero delusi nel vedere che, a salire sul palco, erano molti attori e che Benigni aveva un ruolo secondario. Manifestarono, allora, il loro malcontento fischiando, contestando, in questo modo, la presenza solo marginale del comico toscano. Gassman, dalla platea, assistette divertito all’inaspettata reazione. Il futuro premio Oscar rimase spiazzato e chiese al mattatore come avrebbe dovuto comportarsi. Il direttore artistico lo rassicurò dicendogli, con una punta di perfidia, di confidare nelle sue qualità di improvvisatore.

Infatti, come ricorda, in una vecchia intervista, l’attore e regista David Riondino, negli occhi di Gassman comparve, in quel momento, una luce luciferina. Il piccolo diavolo di Vergaio non si lasciò intimorire e cominciò a improvvisare spiritose e umoristiche ottavine, affrontandole con levità e con estro e giocando sullo schema metrico proprio dei cantori popolari.

In questo modo, il pubblico, finalmente accontentato, si placò e si concentrò sullo spettacolo.