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Per non dimenticare gli 83 minatori di Niccioleta

I circoli del Partito di Rifondazione Comunista ricordano l'eccidio dei lavoratori, 71 anni dopo quel tragico 14 giugno del 1944

"Furono 83 i minatori della miniera della Niccioleta massacrati perché antifascisti e perché decisi a difendere la propria miniera e il proprio posto di lavoro dai gruppi di guastatori tedeschi in ritirata ai quali era stato dato l’incarico di distruggere gli impianti industriali". Il commento arriva dai circoli dell'Alta Val di Cecina da Rifondazione Comunista, in occasione del 71esimo anniversario della strage della Niccioleta compiuta con 6 morti nella frazione di Massa Marittima il 13 giugno 1944 e poi proseguita a Castelnuovo Val di Cecina con 77 minatori uccisi il 14 giugno.

"Quando all’alba del 13 giugno le S.S. comparvero a piedi sotto Niccioleta - ricordano dal Partito - le sentinelle, vista l’ enorme sproporzione di forze non poterono far altro che darsi alla fuga così come i membri del comitato, che sedevano in permanenza nella caserma dei carabinieri. Appena giunti a Niccioleta iniziarono subito i rastrellamenti ordinati da un comandante, un tenente, alcuni sottufficiali tedeschi mentre i militi erano tutti italiani".

E i Circoli di Rifondazione proseguono nel ripercorrere quei tragici eventi: "gli uomini furono fatti uscire dalle case, alle donne e ai ragazzi venne invece ingiunto di non uscire, e anzi di sprangare le finestre".

"Furono centocinquanta i minatori ammassati nello spiazzo davanti al dopolavoro. Verso sera i minatori furono incolonnati e fatti avviare a piedi verso Castelnuovo - ricordano gli esponenti di Rifondazione - dopo alcuni chilometri arrivarono dei camion, e con quelli i prigionieri vennero portati a Castelnuovo e rinchiusi nella sala del cinematografo. I minatori furono divisi in tre gruppi: il primo, compo­sto di 79 uomini, era destinato allo sterminio. Il se­condo, di 21, alla deportazione in Germania. Il terzo, di 50, comprendeva gli uomini più anziani, che avreb­bero dovuto essere rilasciati".

"Al tramonto, condotti in una specie di dolina, in prossimità della centrale elettrica di Castelnuovo, 77 furono, a gruppi di quindici, falciati con le mitragliatrici manovrate dai militi italiani" concludono i Circoli di Rifondazione Comunista  che invitano a "non dimenticare".