Politica

"Perché non due letti di rianimazione a Volterra?"

Secondo Sos Volterra, che attacca Regione e Comune, potrebbero essere attivati in breve tempo e contribuire così all'emergenza coronavirus

Per affrontare il crescere dei contagi da Covid-19, l'Azienda Usl Toscana nord ovest si sta attrezzando per raddoppiare i posti letto di terapia intensiva nei principali ospedali, fra i quali non rientra il Santa Maria Maddalena. L'azienda pensa anche di concentrare i pazienti affetti da coronavirus in pochi ospedali e in corsie dedicate, così da ridurre al minimo il rischio di contagi all'interno delle strutture ospedaliere. Un piano che però non convince Sos Volterra, che propone l'attivazione di almeno due posti letto di terapia intensiva anche nelle strutture del colle etrusco.

“Ora tutti si sono accorti che servono le rianimazioni – osservano da Sos Volterra -. Ma da noi potrebbe essere già realizzata una struttura di questo genere, unendo le forze di ASL ed Auxilium Vitae, col supporto concreto della Fondazione CRV, in locali già esistenti e con una dotazione tecnica, in parte già pronta. Ci verrà obiettato che manca il personale. Ma vogliamo sapere allora perché a Volterra cinque anestesisti reggono l'intero sistema Ospedale, comprensivo di ASL, Auxilium, Inail e Rems, mentre a Pontedera si parla di un numero complessivo che oscilla fra ventidue e venticinque anestesisti. Perché anche queste risorse umane, dislocate a Pontedera in gran forze, non vengono messe in rete, come si fa già con i cardiologi?"

Da queste considerazioni la proposta di Sos Volterra.

"Sicuramente ci sarebbe la possibilità di gestire, senza particolari aggravi, almeno due posti letto di terapia intensiva /rianimazione, che rappresenterebbero una risorsa non solo per Volterra, ma nell'ottica di un rafforzamento complessivo del sistema sanitario nazionale pubblico, in Toscana e in Italia. Non diciamo solo che serve una rianimazione, ma che c'è la strada concreta per farla. E non lo diciamo tanto per dire, ma c'è una logica, basata sulle evidenze scientifiche, che rafforza il nostro pensiero e ci spinge a chiedere di cambiare completamente rotta. Da subito. O dobbiamo aspettare il prossimo virus, se non questo, per stracciarci le vesti e cospargerci il capo di cenere?"

Sul caso dei posti letto Sos Volterra ne fa anche una questione politica, non evitando una dura polemica nei confronti di Comune e Regione.

"Oggi, se accendete la TV, la priorità è diventata "non sovraccaricare" il già provato sistema sanitario nazionale, mentre qui a Volterra, (come Regione vuole), il sindaco, come primo atto ha invece pensato bene, appena qualche mese fa, di avallare di proprio pugno la volontà di rimodulare/riconvertire=tagliare otto posti letto, sui cinquantaquattro esistenti nell'Ospedale. Mentre in Italia mancano posti letto negli Ospedali, a Volterra chiediamo di diminuirli, in un accordo firmato anche dai medici di famiglia. Assurdo. Noi continuiamo a sostenere e lo faremo anche a Firenze invece, che non debba essere tolto neanche un posto al nostro Ospedale, senza se e senza ma. Oggi ancor di più. In Italia si sono tagliati quarantamila posti letto negli ultimi quindici anni. È questa la direzione giusta? La crescita per la spesa pubblica in sanità si è arenata intorno al 10%, mentre altri paesi europei la vedono al 37%. A tutto questo si è affiancato un impulso irrefrenabile all'accentramento e ai tagli lineari, che più ha colpito le realtà periferiche e maggiormente fragili. Serve invece andare in direzione esattamente opposta. Ma andarci con cognizione di causa".