Politica

"Contro il caporalato serve una risposta politica"

Così il segretario provinciale di Sinistra Italiana, Ettore Bucci, commentando con preoccupazione il recente caso di sfruttamento a Monteverdi

Ettore Bucci (Sinistra Italiana)

Per Ettore Bucci, segretario provinciale di Sinistra Italiana, si tratta di "un triste primato per la nostra provincia e per il comprensorio della Val di Cecina". Il riferimento è ai due imprenditori agricoli di Monteverdi Marittimo denunciati dai carabinieri per "sfruttamento delle condizioni di bisogno personali dei lavoratori" e per sfruttamento di manodopera clandestina, ossia per caporalato

"Gli sfruttati in questione - osserva Bucci - erano braccianti provenienti da Paesi non comunitari, costretti a svolgere sino a 12-14 ore di lavoro al giorno, senza tutele, senza alloggi dignitosi. Pulivano stalle, raccoglievano frutta. Dormivano in stalle, nei territori dei Comuni di Monteverdi Marittimo e Pomarance. Uno dei braccianti sfruttati era stato reclutato in provincia di Livorno, in un centro di accoglienza per rifugiati". 

Quindi le considerazioni politiche: "Abbiamo allertato - dice il segretario provinciale di Si -, su tale vicenda, il segretario nazionale di Sinistra Italiana, deputato Nicola Fratoianni. Auspichiamo che l’aumento del personale messo a disposizione degli ispettorati del lavoro e dell’INPS, annunciato dal ministro Di Maio, produca i suoi effetti in termine di prevenzione e controllo. Ha ragione la deputata Cenni (PD): sostenere le imprese che erogano lavoro dignitoso in agricoltura è decisivo ed importante. Allo stesso tempo, tuttavia, è decisivo il controllo del territorio da esercitare con la mobilitazione delle organizzazioni sociali. La legalità democratica si salva quando si conferisce a tutti i lavoratori e le lavoratrici, anche se occasionali, del comparto agricolo parità di accesso alle offerte lavorative, tutele e dignità"

"Rileviamo - conclude Bucci - che, ancora una volta, Ziello e la Lega hanno perso una buona occasione per dire qualcosa di sensato, preferendo il solito e ormai stucchevole assalto all’immigrazione. Come abbiamo proposto in molti consigli regionali, solo un sistema di collocamento pubblico impedisce ai cosiddetti “caporali” di reclutare, organizzare e trasportare forza lavoro sfruttata. Combattere lo sfruttamento, infatti, fa bene a tutta la società, integra nel comparto agricolo operatori tutelati e produce effetti positivi sul territorio. È possibile migliorare le forme di intermediazione pubblica, moltiplicare le intese tra Regione, Guardia di Finanza ed INPS, in modo tale che la filiera dell’agroalimentare non presenti nuove forme di schiavismo e che tali dispositivi migliori l’efficacia della legge contro il caporalato, attualmente non applicata in modo rigoroso ed uniforme sul territorio. Ringraziamo le forze dell’ordine e gli inquirenti per questa importante attività di controllo della legalità, esercitata con rigore e discrezione. Auspichiamo che le forze produttive della Val di Cecina, i tanti imprenditori coscienziosi e onesti, le istituzioni locali, le organizzazioni politiche e sociali vogliano esprimere parole chiare, contro il caporalato, per il lavoro buono e dignitoso".