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Regione batte Governo sulla legge della geotermia

La Corte costituzionale boccia il ricorso dell'esecutivo e dà ragione alla Toscana sulla legge del 2020. Monni: "Scelta che garantisce equilibrio"

La Corte costituzionale ha rigettato il ricorso del Governo sulla legge toscana sulla geotermia, che contiene la disciplina delle aree non idonee per l'installazione di impianti di produzione di energia geotermica. Le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla presidenza del Consiglio, infatti, sono state ritenute non fondate.

"Si tratta di un risultato importante per il quale rivolgo un particolare ringraziamento alla nostra avvocatura per il lavoro svolto, che rafforza la scelta operata dal Consiglio regionale nella precedente legislatura - ha spiegato l'assessora regionale Monia Monni - continuiamo a sostenere che lo sviluppo della geotermia rappresenta un asset fondamentale e strategico per la transizione energetica della Toscana, ma che uno sviluppo sostenibile deve contemperare l’esigenza di incremento delle rinnovabili con la tutela dell’ambiente e del paesaggio".

I giudici costituzionali hanno affermato che la disposizione impugnata dall'esecutivo "costituisce una norma di salvaguardia ambientale" e che "in tale contesto la finalità perseguita dal legislatore regionale è quella di evitare che la non ancora intervenuta conclusione del procedimento amministrativo concernente l’individuazione delle aree ‘non idonee’, possa consentire ai proprietari dei luoghi interessati di realizzare nuove installazioni di impianti, in tal modo eludendo, nelle more della conclusione del procedimento di approvazione, la stessa individuazione di quelle aree in via amministrativa".

"Nel ricordare il contributo che l’allora capogruppo Marras diede nella redazione della legge, sottolineo come la sentenza confermi la validità di una scelta che ha saputo tenere in equilibrio la necessità, tutelata dalla legge nazionale, di consentire la ricerca, con quella di governare lo sviluppo delle nuove installazioni - ha concluso Monni - tenendo conto delle scelte dei territori e decidendo dove le coltivazioni sono coerenti con gli obiettivi di sviluppo".

"La sentenza è davvero una buona notizia, in quanto rafforza la bontà del percorso intrapreso dalla Regione con lo scopo di valorizzare la risorsa geotermica in armonia col territorio e l'ambiente - ha aggiunto il consigliere regionale del Partito democratico, Andrea Pieroni - l'individuazione delle aree idonee e non idonee, frutto peraltro di un approfondito confronto con gli enti e le realtà locali, costituisce uno strumento ulteriore di salvaguardia dell'ambiente che non preclude alcunché agli organismi statali di controllo e sorveglianza".

"Il percorso di transizione ecologica non potrà non riconoscere un ruolo speciale alla geotermia quale fonte di produzione di energia pulita e rinnovabile - ha concluso - ricordo che, già oggi, grazie alla geotermia, si ricava il 30% del fabbisogno energetico regionale, si fornisce calore utile per riscaldare più di 10mila utenze domestiche, oltre a circa 30 ettari di serre e numerose aziende".