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Quando Lucio Dalla cantò Volterra

In una canzone del cantautore italiano viene raccontata la battaglia del 1944 combattuta proprio sul colle della città etrusca

Lucio Dalla

La bambina (L'inverno è neve, l'estate è sole) è una canzone tra le meno conosciute di Lucio Dalla, ma non per questo meno profonda e significativa. Si tratta di un racconto sulla crudeltà e sulla violenza della guerra costruito ripercorrendo un episodio drammatico della storia italiana. A far da sfondo alla vicenda, la città etrusca che, diventata terreno di scontro, è trasfigurata dalla distruzione, dalla morte e dalla disperazione dei suoi abitanti. Infatti, come recita la lapide posta accanto alla Porta all’Arco, seppero dimostrare non solo attaccamento alla vita, ma anche ai monumenti e alla storia della loro città: furono i volterrani, lavorando fianco a fianco, a salvare la porta etrusca, riempiendola in tempi velocissimi, di pietre per evitare la sua distruzione.

Attraverso lo sguardo e l’innocenza di una bambina, il cantautore bolognese richiama, la battaglia di Volterra del luglio 1944, combattuta tra gli americani della Quinta Armata e le retroguardie tedesche che cercavano di proteggere la ritirata guidata dal famigerato generale Kesserling fucilatore di civili e distruttore di borghi inermi.

La canzone, del 1973, è contenuta nell’album intitolato “Il giorno aveva cinque teste” e i suoi versi furono scritti dal poeta Roberto Roversi appositamente per Lucio Dalla che ne compose la musica. A ricordare questo lavoro del cantautore è stata installata, in piazza dell’Ortino, la scultura realizzata da Alessandro Marzetti e voluta dal comitato promotore San Luca degli Alabastrai e dall’Amministrazione comunale.

Questo il testo della canzone:

Una colomba segnata di sangue
vola dal cuore, cade per terra;
e la ragazza con i capelli
scuote la polvere della pietra
Poi trascinata dalla memoria
corre nei campi di Volterra,
rossi i covoni e bianco il mare
mentre il giorno divampa in fuoco
Cala la sera, guerrieri combattono,
navi ferme fra grida di guerra,
ma la sua gola ride a un gabbiano
steso sull’acqua per riposare
La gente uccisa, città incendiate:
ricordi spenti, dimenticati;
splendono solo i giorni beati
della vita che dura un mattino
L’inverno è neve, l’estate è sole
L’inverno è neve, l’estate è sole
L’inverno è neve, l’estate è sole
L’inverno è neve, l’estate è sole
L'inverno è neve, l'estate è sole
L'inverno è neve, l'estate è sole
L'inverno è neve, l'estate è sole
L'inverno è neve, l'estate è sole