Attualità

Raccolta firme per salvare l'ufficio postale

Il Comune si mobilita contro i tagli. Intanto anche la Anp-Cia Toscana dice 'no' al piano delle Poste che penalizza ancora una volta le aree marginali

"E' una giusta battaglia, combattiamola insieme". Così il sindaco di Montecatini Val di Cecina Sandro Cerri invita i cittadini a partecipare alla raccolta firme per salvare l'ufficio postale di Ponteginori dalla chiusura definitiva e quello di Montecatini da una riduzione dei giorni di apertura.
Il Comune di Cerri è sicuramente uno dei più colpiti dal piano di tagli di Poste spa, ma non è l'unico. In Val di Cecina anche il presidio di Monteverdi Marittimo subirà una riduzione di orario, insieme agli altri uffici della provincia di Orciano Pisano e Capanne. A chiudere nel pisano sarebbero, oltre a Montecatini, gli uffici di San Giovanni alla Vena; Castelmaggiore; Uliveto Terme; Treaggiaia; Corazzano; Ghizzano di Peccioli; Legoli; Luciana; Marti; Soiana.

Anche la Anp-Cia Toscana protesta per "questo ennesimo colpo ai servizi nelle aree rurali e montane della Toscana, già carenti di servizi anche essenziali di cui soffrono maggiormente anziani i pensionati". L’associazione pensionati della Cia contesta innanzitutto il metodo: "annunciare un taglio di servizi di queste proporzioni senza un minimo di dialogo con il sistema istituzionale e sociale, è una mancanza di rispetto gravissima". "Nelle aree rurali e montane . aggiungono - gli uffici postali spesso sono l’unico 'presidio e presenza dello Stato', ovvero di un servizio pubblico che soprattutto per le persone anziane è essenziale".
"La decisione di dismettere o ridurre gli orari di tanti uffici perché non raggiungono determinati livelli quantitativi di servizi - secondo i pensionai della Cia - è una valutazione sbagliata e inaccettabile: chiudere uffici o ridurne l’operatività significa rinunciare ad ogni possibilità di sviluppo; inoltre, anche laddove le quantità dei servizi sono oggettivamente ridotte, occorre valutare anche il valore sociale e di servizio pubblico rappresentato dalla presenza dell’ufficio postale".
L'Anp chiede ai Prefetti della Toscana, alla Regione, all’Anci Toscana di aprire una discussione con Poste Italiane e con il Ministero delle Comunicazioni, nonché con il Garante delle Comunicazioni, per ridiscutere il programma di Poste Italiane "intanto per bloccare la decisione, e poi per trovare soluzioni alternative".
"Altro che razionalizzazione per ridurre i costi: si tratta piuttosto di una strategia di disimpegno dai territori considerati marginali, ma è sbagliato e inaccettabile - concludono - se si vuole davvero difendere l’economia e la qualità della vita delle aree rurali bisogna investire in servizi e infrastrutture, altro che tagliare; è l’unica condizione affinché si possa avere continuità nell’opera di presidio del territorio, soprattutto rappresentata dall’agricoltura e dagli agricoltori".