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Se le pappardelle sono “sulla” lepre

Nella tradizione gastronomica volterrana, la pasta del tipico primo piatto viene servita “sopra” e non “con” la cacciagione

Dosare la giusta quantità di pasta in rapporto al condimento è un’impresa apparentemente banale, ma in realtà delicata. L’equilibrio tra i due ingredienti, infatti, è delicato e il rischio che il sugo diventi l’unico protagonista o solo un timido accenno è sempre in agguato. 

Ruoli regolati da ricettari e da chef stellati che trovano una rispondenza anche da un punto di vista lessicale. Che si tratti di spaghetti al pomodoro, penne in bianco o fusilli con tonno e zucchine, il nome del piatto riporta la tipologia dei diversi formati e la loro salsa. 

Al”, “in” e “con” diventano, così, quell’elemento di raccordo che sottolinea l’importanza dell’intingolo. Ma a Volterra, come in altre zone della Toscana, le famose pappardelle vengono servite “sopra” la lepre. La dizione esatta, infatti, prevede l’utilizzo della preposizione articolata “sulla”. Scelta grammaticale apparentemente ininfluente, ma che delinea un preciso modo di servire e presentare la pietanza.