Attualità

Un anno dalla morte di Sandra Fillini

L'associazione contro la violenza sulle donne 'Le amiche di Mafalda' parla apertamente di femminicidio

Era il pomeriggio del primo giugno di un anno fa. Una notizia sconvolse l'intera Valdicecina: la dottoressa della Usl 5 Sandra Fillini era stata uccisa a coltellate nella sua abitazione a Castelnuovo Val di Cecina. 
In un primo momento il marito Roberto Barbieri confessa a caldo l'omicidio, poi si chiude nel silenzio. Ora è in attesa del processo.

Ad un anno dalla morte di Sandra parla l'associazione “Le amiche di Mafalda” centro antiviolenza che opera in Val di Cecina. "La tragedia ha turbato profondamente la nostra comunità - spiegano - questi sono fatti che non sono nuovi alla cronaca nazionale ed internazionale, ma quando accadono alla porta accanto alla nostra, e coinvolgono persone che conosciamo ed incrociamo quotidianamente nelle strade di paese, hanno una portata emotiva ancora più dirompente".
"La nostra Associazione - proseguono - ha da subito espresso la sua posizione sull'omicidio di Sandra definendolo un femminicidio , termine non semplice e poco accettato da grande parte delle persone perchè ritenuto troppo ideologico e di parte". "Le operatrici, le volontarie dei centri antiviolenza, degli sportelli di ascolto per donne maltrattate, si impegnano costantemente affinchè il termine sia utilizzato per identificare, categorizzare e dare un peso sociale alle uccisioni delle donne - aggiungono ma che cosa si intende per femminicidio?"
"E' l' uccisione di una donna, da parte di un uomo, che come le cronache nazionali raccontano ininterrottamente, è spesso il marito o l'ex, il compagno o l'ex, il fidanzato o l'ex che non accettano la scelta delle donne di essere sè stesse, e non quello che i loro partner, gli uomini o la società vorrebbero che fossero - illustrano - non esiste scusa, discolpa, analisi circostanziale che possa giustificare un atto del genere". "Una donna è stata uccisa, non è per un errore o una mancanza di questa che l’omicidio si è verificato, perché non esiste nessuna colpa che possa rendere accettabile una morte cruenta di questo tipo - scrivono ancora Le amiche di Mafalda - E' necessario, quindi, fare una riflessione critica su questi eventi perchè esiste anche una responsabilità da parte della società di ciò che si poteva fare per prevenire, di come si poteva arginare la violenza estrema dell'uomo e aiutare la donna".

"Il nostro pensiero oggi va a Sandra - concludono - e a tutte le donne che come lei sono state uccise da un uomini che diceva di amarle".