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Undici rinviati a giudizio per la 'marmettola'

L'accusa è quella di aver smaltito illecitamente i rifiuti di marmo che da Carrara sarebbero finiti altrove, dove non era consentito

La direzione distrettuale antimafia di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per 11 persone accusate di avere smaltito illecitamente la 'marmettola', il rifiuto della lavorazione del marmo. La Dda ha anche chiesto il rinvio a giudizio delle tre società riconducibili ad alcuni degli indagati, tutti residenti nella zona di Massa Carrara e La Spezia, per responsabilità amministrativa dipendente da reato.
Delle persone indagate, alle quali viene contestato il reato di smaltimento illecito organizzato di rifiuti, quattro sono agli arresti domiciliari, quattro sono con l'obbligo di dimora e tre a piede libero.
Secondo l'accusa, la 'marmettola' veniva interrata in un uliveto adiacente un agriturismo in provincia di La Spezia o anche usata per altri lavori, come il ripristino ambientale di una cava. Secondo quanto trapelato nelle settimane precedenti in merito all'inchiesta, c'era l'ipotesi che i rifiuti di marmo fossero arrivati, senza essere correttamente trattati, anche in una cava nel Comune di Pomarance.
Ad oggi non vi sarebbero prove che i rifiuti abbiano raggiunto illecitamente il sito dell'Alta Val di Cecina e non vi sarebbero persone coinvolte della zona, ma le indagini sono ancora in corso.
L'attività illecita sarebbe andata avanti per almeno due anni, durante i quali sarebbero stati smaltite oltre 70 mila tonnellate di rifiuti. Secondo la tesi degli inquirenti, al vertice della banda c'erano i titolari dell'impianto di recupero che agivano in accordo con una ditta di autotrasporti. Tra i coinvolti anche autisti compiacenti, un impresario edile, un agronomo, un geometra, i proprietari di un agriturismo e dei terreni ad esso attigui. La 'marmettola' ritirata dai vari produttori della zona di Carrara, che sarebbero estranei alla vicenda, veniva trasportata e interrata senza alcun tipo di lavorazione.