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"Bene investire 6 milioni in sanità, ma i tempi?"

I dubbi della Fondazione Crv: "Affinché tutto non resti una vaga ipotesi serve subito un cronoprogramma con la data di inizio e chiusura dei lavori"

L'ospedale di Volterra

La Fondazione Cassa di risparmio di Volterra ha espresso soddisfazione per il protocollo d’intesa sottoscritto qualche giorno fa dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani con il Comune di Volterra in cui, tra i punti principali, spicca la sanità volterrana

Ma la Fondazione Crv ha dei dubbi sulla tempistica di questi investimenti: “Sicuramente fa piacere questa attenzione nei confronti di una città che negli ultimi trent’anni ha subito tagli, umiliazioni e minacce sistematicamente realizzate - ha detto Roberto Pepi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra - pare un cambio di passo rispetto alla costante mortificazione che l’intero territorio della Valdicecina ha sopportato per decenni, ci auguriamo, davvero, che si parli in positivo di futuro”. 

Al centro del progetto, l’ampliamento dell’ospedale di Volterra, un investimento da 6 milioni di euro per migliorare complessivamente l’efficienza delle attività ospedaliere: “Ma affinché tutto non rimanga una vaga ipotesi, è indispensabile subito un cronoprogramma con la data di inizio e di chiusura dei lavori, non possiamo accettare affermazioni generiche sulla necessità di tempistiche lunghe per la fattibilità del progetto, i soldi dell’Europa ci sono adesso, non tra qualche anno, quando con scenari mutati e diversi potrebbe essere troppo tardi". 

"Volterra - ha aggiunto Pepi - ha bisogno di lavoro e l’ampliamento dell’ospedale, come la nuova Rems o lo scavo dell’anfiteatro, sono grandi opportunità di sviluppo e vanno considerati anche come obiettivi economici. Il nostro ospedale ha visto un incremento delle sue attività nell’ultimo anno che lo hanno riportato nella media regionale, ciò è dipeso dalla pandemia e dal fatto che certi interventi non potevano essere eseguiti negli ospedali Covid-19. Ma questa tendenza va incoraggiata, quindi la realizzazione della terapia intensiva dovrà accompagnarsi alla crescita dell’ospedale stesso, magari in progressione e passando anche da una sub intensiva, ma l’obiettivo ultimo dovrà essere e rimanere quello”.