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Cavalli morti a Tignano, si riapre il caso

Respinta l'archiviazione e disposte nuove indagini. L'associazione Ihp: "Siamo soddisfatti, adesso si vada fino in fondo alla questione"

Il Gip respinge la richiesta di archiviazione è il caso dei 19 cavalli morti all'improvviso tra il 2018 e il 2020 nel centro di recupero di Tignano dell'associazione Italian Horse Protection si riapre. Lo ha fatto sapere l'associazione stessa, che esulta per la decisione del Tribunale.

"Siamo molto soddisfatti della decisione del Gip, che evidentemente si è convinto che la vicenda presenti evidenti lacune nelle indagini medico-veterinarie - ha commentato il presidente dell'associazione, Sonny Richichi - per due anni, a più riprese, abbiamo chiesto l’effettuazione di indagini sul sottosuolo e l’integrazione delle indagini autoptiche con ricerche inspiegabilmente mai fatte, per esempio quella del cianuro". 

L'associazione, infatti, ha a più riprese manifestato la necessità di effettuare analisi del sottosuolo alla ricerca di eventuali sostanze tossiche. Respingendo l'archiviazione, il Gip ha disposto così nuove indagini, che serviranno per comprendere perché siano morti i cavalli.

"Da quando abbiamo lasciato Tignano e abbiamo spostato il centro di recupero a Montaione ai cavalli non è accaduto più niente: i decessi registrati sono relativi ad animali morti serenamente di vecchiaia - ha concluso Richichi - non ci siamo mai arresi, abbiamo lottato e protestato duramente per la mancanza di risposte, chiedendo a gran voce verità e giustizia. Adesso ci aspettiamo che le indagini vadano più a fondo".