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Contributi affitto, Santi cambia metodo

Altri cambiamenti rispetto alla amministrazione Buselli. Per Santi la vecchia delibera creava "differenza di trattamento tra italiani e stranieri"

La nuova giunta comunale continua a portare modifiche rispetto a quella in carica fino a un mese fa e presieduta da Marco Buselli.

Questa la nota del neo sindaco Giacomo Santi: "Con la delibera di Giunta Comunale n.114 del 22/05/2019, la precedente Amministrazione ha deliberato di dare alcuni indirizzi in materia di assegnazione di contributi ad integrazione dei canoni di locazione ai sensi dell' art.11 della legge 9/12/98 n.431, tra cui quello di richiedere ai cittadini extracomunitari, all’atto di presentazione della domanda, una dichiarazione di assenza dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione su immobili ubicati nel territorio italiano o all’estero con l’impegno a produrre, entro il termine fissato per la presentazione dei ricorsi, la certificazione delle autorità del paese di origine, oppure del consolato o ambasciata del paese di origine, in lingua italiana o tradotta in italiano nelle forme di legge, che attesti che tutti i componenti il nucleo familiare fin dalla data di pubblicazione del bando, non possiedono alloggi nel loro paese o che attesti l’indisponibilità del bene".

"Tale indirizzo, nel frattempo, a seguito sia della Legge regionale n. 2/2019, ma soprattutto dei chiarimenti forniti sia in incontri istituzionali che in atti propri, dalla Regione Toscana stessa, è risultato inopportuno ed inefficace, oltre che non corretto, proprio per la differenza di trattamento tra italiani e stranieri, che risulta in contrasto con il principio di parità di trattamento di cui all'art. 2 comma 5 dello Testo Unico sull' immigrazione (“Allo straniero è riconosciuta parità di trattamento con il cittadino relativamente alla tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi, nei rapporti con la pubblica amministrazione e nell'accesso ai pubblici servizi, nei limiti e nei modi previsti dalla legge"”)".

"Infatti, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 159 che regola l'ISEE, e che disciplina i criteri di accesso alle prestazioni sociali agevolate, prevede che nella procedura ISEE non vi siano distinzioni tra italiani e stranieri, dal momento che lo straniero è infatti abilitato a inserire nella DSU la dichiarazione di “impossidenza” di beni all’estero. Ma è soprattutto la Costituzione italiana che agli articoli 2 e 3 garantisce agli stranieri i diritti fondamentali e pari dignità sociale e uguaglianza".

"Questa Amministrazione ha ritenuto quindi opportuno raccogliere l’indicazione normativa e giurisprudenziale di non prevedere specifiche e più gravose procedure, poste a carico dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea, e quindi di accogliere lo spirito della legge regionale n.2/19, in modo tale da garantire proprio quell’equità di trattamento nei confronti di tutti e dei beni pubblici dalla capogruppo dell’opposizione invocataParità di trattamento che si attua quindi in concreto con la richiesta, a cittadini italiani e non, per l’accesso ai servizi pubblici in generale, della dichiarazione ISEE dove saranno riportati gli eventuali valori IMU e IVIE per le possidenze immobiliari. Ai cittadino vengono quindi richiesti gli stessi documenti, qualunque sia la sua origine e condizione".

"Infine, è opportuno sottolineare che già la precedente Amministrazione, nei suoi atti, aveva recepito il contenuto della sentenza n. 166/20018 con la quale la Corte Costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 11, comma 13, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 parificando i requisiti minimi necessari per beneficiare dei contributi integrativi per le locazioni, facendo un primo passo avanti verso la parità di trattamento e l’abolizione delle discriminazioni tra cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari, nell’accesso ai servizi in generale, primo passo di cui invece, oggi questa Amministrazione ringrazia".