Attualità

Volterra e il suo essere centrale, restando ai mar

Destino comune quello condiviso da molte città. Nel corso dei secoli la loro visibilità e il ruolo, da protagoniste della storia, si è trasformato

Appareo ergo sum. Il riadattamento della formula cartesiana riassume, in una locuzione, la filosofia contemporanea. Social network e foto condivise sembrano, infatti, convalidare la nostra esistenza.Secondo un “censimento anagrafico alternativo”, nell’era del digitale,l’assenza sul web equivale quasi a una mancata identità. E così al presenzialismo informatico si contrappongono persone della comunità, ma non iscritte alla community che, come moderni Adriano Meis, son sospese nel limbo dell’affermazione di sé. Nel paradosso della modernità, l’universo virtuale assume caratteri di concretezza superiori rispetto a quello reale, rendendo i protagonisti della rete, centrali nel panorama collettivo. In modo inconscio, spesso, infatti, colui che appare, automaticamente,conquista un ruolo di rilievo. Destino impietoso, quello nella società dell’immagine, che coinvolge, indistintamente, uomini, città e oggetti inanimati. Nel panorama globale si viene, così, a creare una netta contrapposizione tra ciò che è al centro e ciò che sta in disparte, tra primo piano e sfondo. La contesa del palcoscenico, come prevedibile, vedrà spesso come vincitori i dominatori delle scene. Spesso, appunto, ma non sempre. Carlo Cassola nel racconto Alla Periferia esprime una voce fuori dal coro:"Amo la periferia più della città. Amo tutte le cose che stanno ai margini."

Quello che vale per gli individui vale anche per le collettività. Nella dinamica contemporanea, spesso, un monumento è più famoso della città che lo ospita.

Nell’immaginario comune, infatti, Volterra è identificata con l’Ombra della Sera, ma ha sempre cercato di mantenere con dignità, spesso nell’isolamento, il suo timbro, il suo carattere non offrendosi ma lasciandosi scoprire e amare così come è.