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Volterra e la sua arte nascosta

Collezioni private e opere poco conosciute sono racchiuse nella città etrusca. Nella chiesa di San Dalmazio è conservata la Deposizione di Rossetti

Chiesa di San Dalmazio

A Volterra, oltre al patrimonio artistico conosciuto, sono presenti opere d’arte poco note, sia perché appartenenti ad antiche famiglie patrizie, e quindi private, sia perché la loro esistenza viene trascurata da alcune guide turistiche. Fra questi dipinti c’è anche la Deposizione di Giovan Paolo Rossetti, appartenente alla famiglia Inghirami, e collocata nell’oratorio di San Dalmazio. Si tratta di un’opera realizzata tra il 1551 e il 1556 con caratteri legati al manierismo e con aspetti che la rendono attinente alla più celebre opera del Rosso Fiorentino: i colori, la concitazione, il movimento, il carattere scultoreo e plastico di alcuni personaggi. Il dipinto rappresenta la drammaticità e la teatralità marcata e solenne del momento ed esprime, attraverso la compenetrazione tra la natura umana e quella divina del Cristo, il rapporto religioso tra l’immanenza e la trascendenza. Per questi motivi, lo scultore Mauro Staccioli, intervenendo sull’opera con una propria installazione, volle circoscriverla in un triangolo rovesciato per ricostruire simbolicamente la stella di David. L’intersezione delle due figure geometriche, infatti, divenne proiezione dell’umano e del divino, il corpo di Cristo legato alla vita e l’anima proiettata verso il regno ultraterreno.

L’affresco del pittore volterrano è stato visitabile per molto tempo. La famiglia Inghirami, per problemi legati alle difficoltà di gestione del bene, decise, in seguito, di chiudere il luogo di culto.

Negli ultimi anni, sono state realizzate iniziative per renderla visitabile al pubblico. Tra queste le Giornate di Primavera del Fai che, in collaborazione con il Comune di Volterra, il Liceo artistico Carducci e la stessa famiglia Inghirami, hanno permesso di interrompere il lungo oblio.

La chiesa di San Dalmazio, situata vicino a porta San Francesco, è preziosa non soltanto per la Deposizione presente, ma per essere stata realizzata su disegno dello scultore Bartolomeo Ammannati. È, inoltre, importante perché, come una vera e propria antologia di stili architettonici, racchiude in sé i tratti tipici dei secoli tra il Cinquecento e il Settecento.