Attualità

La Badia, un gioiello ai margini

Dopo un lungo periodo di abbandono e nonostante la ristrutturazione conservativa, il monumento continua a essere poco valorizzato

La Badia Camaldolese

Terminati i tornanti del monte volterrano, prima ancora di raggiungere le mura etrusche, si trova, nascosto dalla vegetazione, il complesso Camaldolese. Un gioiello architettonico dell’XI secolo, impreziosito da un chiostro, forse disegnato dall’architetto Ammannati, e dagli affreschi di Donato Mascagni dedicati alla vita di San Giusto, patrono della città.

La Badia, dopo essere stata di recente parzialmente messa in sicurezza, non fa ancora parte del circuito turistico e culturale volterrano, fatta eccezione per alcuni concerti e iniziative di carattere teatrale. I visitatori spesso ne ignorano l’esistenza, limitandosi a soffermarsi soltanto sui luoghi importanti e di maggiore notorietà del centro storico.

La maggior parte degli itinerari turistici, infatti, si muove all’interno della cinta muraria medievale: Piazza dei Priori, Duomo e Battistero, Anfiteatro, Pinacoteca, Museo Guarnacci e Parco Fiumi.

Ma vengono sottovalutati i molti esempi architettonici disseminati nella realtà periferica, ma di grande importanza per capire i caratteri della storia della città: la Necropoli, Porta Diana, la Chiesa di San Giusto, il complesso di San Girolamo e, appunto, la Badia Camaldolese.