Attualità

La biancheria che scandalizzò i turisti

In un articolo del 1955, un cittadino volterrano denunciò pubblicamente l’abitudine di alcuni abitanti di tendere i panni fuori dalla finestra

La buona educazione prevede che i panni sporchi si lavino in casa. Opinione universalmente condivisa, anche se spesso disattesa. Ma, secondo il bon ton urbanistico, la corretta abitudine dovrebbe essere estesa anche alla fase dell’asciugatura.

Per comprendere i motivi del richiamo al galateo sulle faccende domestiche, però, è necessario tornare al 1955.

Nel luglio di quell’anno, infatti, un abitante di Volterra scrisse una lettera alla redazione de La voce della Nuova Etruria per denunciare l’usanza, da parte di alcune famiglie residenti nel centro, di tendere i vestiti fuori dalle finestre.

Secondo il lettore, infatti, i panni esposti lungo le vie principali avrebbero intaccato il decoro della città, disturbando i passanti e i visitatori. In particolare, a minare la decenza e il contegno, sarebbero stati i capi di biancheria intima, vera minaccia per l’onorabilità comunale.

“Questo stato di cose offende l’occhio delle persone, ed in special modo del turista.”

Per preservare la compostezza architettonica e tutelare il comune senso del pudore, propose, quindi, alle autorità di competenza, di sanzionare le disordinate casalinghe.

La risposta del giornalista rassicurò il meticoloso e suscettibile volterrano che la richiesta era stata inoltrata all’Ufficio della Polizia Municipale che, con tempismo ed efficienza, aveva provveduto a multare gli indisciplinati concittadini, ristabilendo il buon costume.