Attualità

La via della civetta

A Volterra c'è un luogo in cui è possibile vedere il rapace notturno anche durante le ore del giorno

La civetta in via Ricciarelli

Presagio di malasorte e disgrazie o segnale di buon auspicio e saggezza. La civetta, da sempre, divide culture e credenze. La sua immagine, infatti, è controversa e suscita sensazioni contrastanti.

Simbolo di morte per i Romani e per gli Egizi, associata al dio dell’oltretomba dagli Aztechi, collegata al concetto di orrore e criminalità dai cinesi e considerata portatrice di fame e di malattie dai giapponesi, la civetta è anche sinonimo di saggezza e di protezione. È, infatti, rappresentata sulla spalla della dea greca Atena per sottolinearne la sapienza o raffigurata, nell’antichità, vicino alla porta di casa per allontanare la negatività.

Che sia, quindi, anticipatore di buone notizie o legato all’oscurità, il rapace notturno è indubbiamente contradditorio ed enigmatico. Ed è per questo che, nella città dei molti misteri, non poteva mancare. Incastonata nella nicchia di un muro, di via Ricciarelli, compare, infatti, la riproduzione scultorea di una piccola civetta che, con sguardo imperscrutabile ma scrutatore, osserva gli ignari passanti. Come se la statuetta del volatile volesse ricordare, ai pedoni distratti, che Volterra racchiude in sé proprio gli stessi tratti che, per antonomasia, vengono attribuiti al rapace: una condizione di isolamento e di solitudine, di eleganza aristocratica, derivante dalla cultura e, nello stesso tempo, quella patina di malinconia unita a un lieve senso nostalgico che appartengono a coloro che sanno vedere attraverso le tenebre.