“L’educazione finanziaria è una delle chiavi per prevenire l’azzardopatia, in particolare tra le donne". Sono partiti da questa certezza Marta Milianti e Marco Moncini, rispettivamente responsabili del Servizio dipendenze della Valdera e del Servizio dipendenze dell’Alta Val di Cecina che ieri, al centro studi Santa Maria Maddalena di Volterra, hanno partecipato all'evento "Donne che contano. Lo sguardo della donna nell'educazione finanziaria".
L'iniziativa rientra nel progetto "Non mi gioco il futuro" sulla prevenzione dai rischi azzardo-correlati promosso dalla Società della Salute Alta Val di Cecina Valdera, in collaborazione con il Servizio dipendenze e attuato dagli enti del terzo settore "Arnèra", "Il cammino" e "Alioth". E dopo i saluti istituzionali di Vania Baroncini, consigliera comunale di Volterra con delega alle pari opportunità, di Camilla Tamburini, presidente della commissione pari opportunità del comune di Volterra, e di Lilia Silvi, vice presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Volterra, sono stati affrontati temi quali l'educazione finanziaria come strumento di tutela, la valenza territoriale delle banche come fattore di attenzione e tutela della comunità locale, i rischi di gioco e trading per le giovani donne della generazione Z, le esperienze e le prospettive dei presidi locali.
Sono quindi intervenuti, moderati da Elena Caciagli, assistenza sociale della cooperativa "Il cammino", Eva Fabiani educatrice finanziaria, Stefano Pitti direttore generale della Cassa di risparmio di Volterra, Sabrina Molinaro dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, Alessio Arces di Federsanità Anci Toscana, Franca Capace della Caritas della diocesi Volterra. "Comprendere il valore del denaro e i rischi legati al gioco d’azzardo - hanno concluso Milianti e Moncini - significa ridurre la possibilità di cadere in comportamenti compulsivi. Per questo è fondamentale avviare programmi di informazione e formazione già in contesti quotidiani, come scuole, luoghi di lavoro e centri di aggregazione. Prevenire non è solo informare, ma offrire strumenti concreti per gestire le risorse economiche e affrontare situazioni di fragilità. Il nostro impegno è creare percorsi che rafforzino l’autonomia e la consapevolezza, perché la conoscenza è la prima difesa contro le dipendenze".