Attualità

Note e parole raccontano la genialità incompresa

Gli studenti del Liceo Carducci di Volterra del laboratorio Montag hanno messo in scena lo spettacolo La solitudine dell’anima

Un viaggio guidati dalle note e dalle parole per raccontare il disagio degli incompresi e degli emarginati, perché considerati diversi. A condurci attraverso un itinerario di musica e letteratura, gli studenti del Liceo Carducci di Volterra del Laboratorio Montag che, coordinati dai professori Alessandro Bertini e Fabrizio Parrini, hanno raccontato quegli artisti che sono stati collocati dalla morale comune sul confine arbitrario e labile che separa genio e follia. L’evento ha rivelato aspetti fondamentali di una solitudine disperante che, come una sofferenza oscura, ha condannato all’isolamento e all’oblio intelligenze che, guidate dalla loro esperienza esistenziale, hanno saputo diventare la voce di un male di vivere profondo e drammatico nell’indifferenza di chi vede nella cultura soltanto il carattere esteticamente consolatorio.

Da Dino Campana a Charlie Parker, da Heinrich Böll a Kurt Cobain, il percorso di lettura e di analisi delle biografie e dei testi di personalità del mondo dell’arte ha permesso di soffermarsi sulle conseguenze che l’omologazione e la tendenza a uniformare e a livellare le identità caratteriali provocano negli individui e nella società. Un esame della collettività che si riflette sulla dimensione interiore, dando vita a una visione introspettiva delle proprie emozioni e fragilità.

I testi scritti dai ragazzi sono stati letti e accompagnati da brani musicali durante lo spettacolo La solitudine dell’anima che si è tenuto mercoledì 7 giugno nel teatro di San Pietro in collaborazione con l'associazione culturale Carte Bianche.