Politica

"New Delhi, chiediamo attenzione"

L'intervento di Uniti per Volterra:"Sembra che vi siano stati dei casi anche presso il nostro ospedale, in Auxilium Vitae e presso RSA S.Chiara"

Paolo Moschi

La lista civica Uniti per Volterra chiede attenzione sul New Delhi, chiedendo maggiori informazioni anche alla luce del fatto - sostiene il consigliere Paul Moschi - che"Sembra che vi siano stati dei casi anche presso il nostro ospedale, in Auxilium Vitae e presso RSA S.Chiara"

"Il caso del batterio New Delhi è esploso sul territorio dell' Asl Toscana nord ovest: questo ci spinge a chiedere ulteriori informazioni.Il New Delhi per la prima volta è stato identificato nel 2008 ed è un 'enzima prodotto da batteri che distruggono e rendono inefficaci gli effetti di molti tipi di antibiotici. Il nome New Delhi fu dato perchè fu trovato in un cittadino svedese che precedentemente era stato ricoverato in India a New Delhi. Successivamente fu riscontrato più volte in vari parti d' Europa, ma mai cosi concentrato come in questi ultimi mesi ,tanto che il Centro europeo per la prevenzione e per il controllo delle malattie parla di un "focolaio senza precedenti la cui origine non è stata ancora determinata " in un rapporto del 4 giugno 2019", dice la lista civica.

"La proliferazione di questo batterio sembra aver colpito principalmente la parte nord ovest della Toscana in cui attualmente i portatori del ceppo ricoverati sono oltre 700. Sono individui sani che però se si dovessero trovare a contatto con pazienti fragili, e più esposti a eventuale contagio, rischierebbero di rendere ancora più grave la circolazione del virus. Secondo un bollettino della Regione Toscana , tra il novembre 2018 e settembre 2019, i batteri sono stati isolati in 102 pazienti ricoverati in Toscana risultando letali nel 37 % dei casi. Non vi è stata divulgazione nei confronti dei cittadini di questa emergenza sanitaria data dalla proliferazione dei batteri NMD .Solo recentemente è emerso sulla stampa .Sembra che vi siano stati dei casi anche presso il nostro ospedale, in Auxilium Vitae e presso RSA S.Chiara. Vorremmo quindi essere portati a conoscenza della verità. A quanto ammontano i pazienti in cui è stato isolato il batterio , in quanti, se vi sono, è risultato letale, e se le famiglie sono state messe al corrente della reale causa di morte", sostiene ancora Moschi.

"Chiediamo all'Asl se esistono iniziative affinchè venga bloccata la proliferazione dei batteri, garantendo maggior sorveglianza e monitoraggio. Vorremmo essere messi anche al corrente se presso i nostri presidi ospedalieri ci sia una presenza di personale congruo per far si che la profilassi sia rispettata. Ad es. in molti ospedali viene richiesto un potenziamento delle risorse umane a disposizione dato che l'organizzazione infermieristica e Oss dell' area medica è messa a dura prova. Vorremmo insomma fosse presa sul serio una questione che potrebbe essere non secondaria. Ne sanno qualcosa i familiari delle persone contagiate. Ma sopratutto la nostra sanità deve essere all'altezza di superare la questione al meglio", conclude il consigliere.