Spettacoli

Orlando e Massironi al Persio Flacco

L'attore ritorna in scena con quello che definisce: "Lo spettacolo più importante della mia carriera. Sarà un bilancio sulla scuola"

"Ho deciso - ha detto Silvio Orlando - di riportare in scena lo spettacolo più importante della mia carriera. Fu un evento straordinario, entusiasmante, con una forte presa sul pubblico. A vent’anni di distanza è davvero interessante fare un bilancio sulla scuola e vedere cos'è successo poi".

Domenica 10 gennaio alle 21,15 il Persio Flacco apre il nuovo anno con il botto. A vent'anni dal film cult torna a teatro “La scuola”, questa volta a salire in cattedra con Silvio Orlando c’è Marina Massironi, accompagnata da un cast d’eccellenza composta da Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli e Michetta Farinelli.

In realtà non è la prima volta che "La scuola" sale su un palcoscenico teatrale. Era il 1992 quando andò in scena per la prima volta "Sottobanco", pièce tratta dagli scritti di Domenico Starnone, interpretata da un cast eccezionale guidato dal capocomico Silvio Orlando e diretta da Daniele Luchetti. Fu un grande successo, tanto che nel 1995 lo stesso Luchetti ne trasse il film "La scuola". E adesso riecco lo spettacolo a teatro.

A scuola si impara, si cresce, si studia, si boccia. Ma la scuola è anche una guerra, per insegnanti e professori, nella quale ci si sfida e dove si cercano strategie di sopravvivenza vincenti. E’ l’ultimo giorno di scuola in una periferia romana. Gli insegnanti devono fare gli scrutini, decidere chi bocciare e chi premiare. La scuola è un microcosmo in cui la realtà filtra solo indirettamente e tutto si svolge tra queste mura: le speranze e le amicizie dei ragazzi, le ambizioni, gli scontri generazionali, gli amori, le situazioni paradossali. Gli scrutini non sono solo i risultati dell’andamento scolastico. Gli scrutini dicono chi ce la fa e chi torna indietro, chi ha ragione e chi sbaglia, chi è il professore bravo e chi è odiato, chi ha la stoffa del leader e chi non se lo fila neanche un ragazzino di tredici anni. Nessuna retorica, gli studenti non sono propriamente diligenti, e gli insegnanti sono tutto tranne che irreprensibili, professionalmente e nella vita personale.