Attualità

Quando i veglioni si facevano al Persio Flacco

Nel secolo scorso, il teatro volterrano era la sede prediletta dagli abitanti della città per festeggiare l’ultimo dell’anno o il martedì grasso

Teatro Persio Flacco di Volterra

Fino agli anni Ottanta del Novecento, le occasioni volterrane per rompere con la monotonia e per concedersi momenti di allegria e convivialità erano i grandi balli di fine anno e di martedì grasso al teatro Persio Flacco.

Durante quelle sere il tempio della musica e degli spettacoli diventava il punto di riferimento di una variopinta compagine di persone. Allegre brigate di ragazzi e coppie di mezza età, appartenenti ai più diversi ceti sociali, si ritrovavano uniti dalla comune voglia di festeggiare. Ma requisito fondamentale, per poter partecipare ai veglioni, era indossare la “divisa” di ordinanza: le signore in abito lungo e gli uomini rigorosamente in smoking o con un vestito da cerimonia.

Esonerati dal rispetto della rigida etichetta, erano, invece, i membri dell’orchestra e il cantante. Spesso vere e proprie celebrità del momento, sfoggiavano con disinvoltura mise legate alla moda del cinema americano oppure, i più audaci, panciotti policromi e arabescati con camicie dai colletti simili a quello della perfida Grimilde. Su tutti, indistintamente, dominava e splendeva la brillantina che conferiva ai capelli una levigata lucidità.

La compostezza e il contenimento dei partecipanti procedevano con aristocratica eleganza fino alla mezzanotte. Allo scoccare delle ventiquattro, infatti, il clima perdeva il rigore fiabesco e l’euforia prendeva il sopravvento. Canti e balli coinvolgevano i partecipanti, trasformando una tradizionale ed elegante festa da ballo in una bolgia festosa e gioiosa.

Come per magia, il giorno successivo tutto era perfettamente ricomposto. Il Persio Flacco tornava alla sua vita seria e compassata fino alla ricorrenza successiva.