Lavoro

Saline, chiesta chiarezza su piano industriale

Saline di Volterra, la Regione chiede chiarezza sul piano industriale di Salinis. Nardini:"Rifiutiamo operazioni speculative"

La Regione Toscana ha appreso "Con grande stupore delle iniziative legali poste in essere dall’impresa Atisale spa nei confronti della Locatelli Saline di Volterra srl", azioni che rischiano di compromettere in maniera irreversibile la continuità aziendale e la stessa prosecuzione dell'attività estrattiva del sale a Volterra che come ogni attività estrattiva mineraria avviene su concessione regionale".  

La vicenda è legata ad un credito per 4 milioni che Atisale vanta sulla Locatelli e per il quale ha ottenuto un decreto ingiuntivo, sul quale però è stato presentato ricorso e sono ancora in corso trattative fra privati.
"Le iniziative di Atisale, se portate avanti – dice ancora la Regione - "Metterebbero a serio rischio gli attuali livelli occupazionali dell’area e l'indotto, con ricadute sull'economia locale e problematiche ambientali". 

Per questo la Regione "Verificherà a stretto giro se ci siano ancora le condizioni per il mantenimento dell'attuale assetto gestionale della Salina di Volterra, a cominciare dalla titolarità delle concessioni minerarie in capo ad Atisale".

La Toscana richiama inoltre l’attenzione del Prefetto e del Tribunale di Pisa sulla vicenda, e – in accordo con il sindaco di Volterra Giacomo Santi - chiede un incontro con il direttore generale del gruppo Salins, Hubert Francois. L'obiettivo è capire quale sia il piano industriale di Atisale su Volterra, per fugare il dubbio che si tratti solo di un'operazione finanziaria finalizzata a sottrarre quote di mercato alla Locatelli e rifornire i suoi clienti con sale non toscano.

“Auspichiamo che le parti tornino immediatamente ad un proficuo tavolo di trattative – dice l’assessora regionale al lavoro Alessandra Nardini, in accordo con il presidente della Toscana Eugenio Giani – Ad Atisale ed alla proprietà francese Salins chiediamo di fermarsi. E al tempo stesso richiamiamo sulla vicenda l’attenzione del Prefetto di Pisa, i cui uffici avevano ben lavorato nel determinare una prima soluzione transitoria nei contrasti tra le due imprese, e dello stesso Tribunale di Pisa. Chiediamo che vengano valutati tutti gli aspetti della vicenda, senza concentrarsi su richieste di parte”. 

“La Toscana è terra di investimento da parte di 800 multinazionali – spiega l’assessora - diverse delle quali sono assistite dal nostro ufficio Invest in Tuscany: non siamo nuovi ad investimenti internazionali. Riteniamo sia poco saggio per i nuovi investitori rischiare di compromettere un quadro di relazioni istituzionali ed industriali che non si limitano solo a Locatelli ed Atisale, ma coinvolgono anche altre importanti imprese, come Altair e Solvay, oltre alla gestione di concessioni minerarie pubbliche e di una discarica ad esse funzionale”.
“Se venisse compromessa la continuità della Locatelli Saline di Volterra – spiega Nardini - la Regione Toscana sarebbe costretta ad attivare un’immediata valutazione delle concessioni sul sale, vigilando con rigore anche sugli aspetti ambientali e sulla continuità della discarica di Barbialla. Nel caso in cui l’obiettivo dei nuovi investitori fosse quello di capitalizzare le quote di mercato ed i clienti della Locatelli Saline di Volterra, rifornendoli con altro sale non toscano, senza un reale piano di investimenti su Volterra, la Toscana e le istituzioni locali assumeranno ogni possibile e lecita iniziativa a tutela di quello che è ad oggi il sale più puro d’Italia e dell’economia locale che attorno ad esso gravita. Rifiutiamo operazioni speculative sulla pelle della Toscana, delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori”.