Attualità

San Lazzero, un antico lebbrosario

Il quartiere volterrano dove oggi sorge l’ospedale, nell’antichità, era il luogo di accoglienza per tutti coloro colpiti da malattie infettive

San Lazzero da sempre è stato un luogo di accoglienze e di cure. Oggi quartiere dell’ospedale cittadino, è stato, fino agli anni ‘80, sede del celebre manicomio. Ma le sue origini di luogo deputato sono ancora più lontane nel tempo. Alcuni documenti d’archivio testimoniano, infatti, come tra XII e il XIII secolo, nella zona, sorgesse un lebbrosario. L’istituto, situato nella via che conduce verso S. Girolamo, offriva rifugio ai malati affetti da patologie infettive che, isolati e bisognosi di trattamenti medici, erano ai margini della società. Tra gli ospiti della struttura, infatti, oltre agli ammalati che potevano permettersi di pagare la retta, anche persone nullatenenti. Per sostenere le spese, venivano utilizzati i soldi delle donazioni elargite. L’ente, il cui direttore era il sacerdote dell’oratorio, svolgeva, quindi, una funzione importante per tutta la popolazione. Con il tempo, attorno all'edificio, si svilupparono poi le abitazioni e, con la nascita del frenocomio, il borgo si espanse, per ospitare famiglie legate per lavoro alla nuova istituzione.

All’inizio dell’agglomerato, infatti, si trova Villa Aeoli, la storica abitazione del direttore e, nelle zone limitrofe, le case pensate per gli infermieri.

Lo spirito e la storia del quartiere sembrano riflettersi nel nome che lo caratterizza. Lazzaro, infatti, richiama il termine lazzaretto ed è il santo dei sofferenti.