Attualità

Gli opposti di Volterra secondo i turisti

In un articolo del 1955, pubblicato su una rivista culturale edita a Roma, vengono raccontate le impressioni di una visitatrice

Foto di Piero Frassi

“Mai città mi è sembrata più fosca e più assolata; più morta, seppellita nell’ombra del suo Forte, e più viva nella voce del vento. Viva per quelle mura che sfidando il tempo, perpetuano la storia e sono insieme volto e ossatura, scheletro, corpo e anima di questa austera città.”

Luce e ombre, suoni e silenzio, gioia e malinconia. Volterra, percepita come luogo di rinascita e, contemporaneamente di morte, sembra animarsi proprio dai suoi contrasti. Lo scontro, tra l’immortalità dettata dalla sua storia millenaria e il senso di precarietà generato dall’erosione delle Balze, provocano un senso di spaesamento e, allo stesso tempo, affascinano chi la osserva. Elementi antitetici che, ben calibrati, la rendono unica.

Equilibrio e misura ecco il segreto che si mostra senza falsi ritegni, ma non concede più di quanto fin dal primo momento promette. [..] Tutto è coerenza a Volterra: la bellezza equilibrata su una ben definita austerità, l’atmosfera improntata a un suo carattere altero.”

Il pezzo, uscito su Pantheon, rivista di cultura turistica edita a Roma, testimonia come nell’antica città, come in quelle che Gabriele D’Annunzio definisce “del silenzio”, convivano i retaggi del passato e la proiezione verso un futuro di speranza.