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Attualità mercoledì 11 febbraio 2015 ore 21:05

Geotermia: sei mesi per stabilire i criteri

Rosanna Pugnalini - video

L’assessore Bramerini: la proposta di legge “non nasce da esigenze elettorali, ma dalla necessità di tenere in conto le istanze di chi critica gli interventi"



FIRENZE — Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato oggi, 11 febbraio, una legge che blocca per sei mesi la ricerca in ambito geotermico. Una legge particolarmente importante anche per i territori della geotermia cosiddetta 'tradizionale', che sono anch'essi interessati, come altri della Toscana, da alcuni dei 31 permessi di ricerca rilasciati negli ultimi dalla Regione.

LA LEGGE. La proposta di legge contiene un unico articolo, diviso in due commi. Il comma 1 stabilisce “che la Giunta, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, individui con deliberazione il numero massimo dei pozzi, i criteri e i parametri per operare la loro distribuzione sul territorio”.
Il comma 2, “rispondendo all’esigenza di cautela che è la ratio ispiratrice della legge stessa e per non compromettere in maniera irreversibile il territorio, stabilisce che non oltre sei mesi dall’entrata in vigore della legge sono sospesi i procedimenti per il rilascio dei permessi di ricerca e delle relative proroghe, degli atti di assenso per la realizzazione dei pozzi esplorativi e gli atti ad essi preordinati”. 
L’aula ha approvato un emendamento, prima firmataria Lucia De Robertis (Pd), che nel preambolo precisa che l’obiettivo del burden saring per il 2020 è quello di raggiungere almeno i 150 Megawatt di potenza geotermica prodotta.

IL QUADRO POLITICO. Secondo Giuseppe Del Carlo, capogruppo Udc in Consiglio: “la Giunta non avrebbe dovuto presentare una proposta di legge per la moratoria, ma sarebbe dovuta giungere in aula con una legge che stabilisse i criteri e i vincoli che dovrà stabilire nei prossimi sei mesi”. Per questo motivo ha annunciato il voto di astensione.
Nicola Nascosti di Forza Italia ha presentato un emendamento, per escludere dalla moratoria gli impianti a bassa e media entalpia e ad emissioni zero, ma è stato respinto in fase di votazione.
Per Mauro Romanelli del gruppo Misto, la geotermia, “che pure ha un importante impatto ambientale, è una risorsa rinnovabile da utilizzare, ma con tecnologie diverse” e “garantendo il pluralismo dei soggetti operanti sul mercato”. Ha aggiunto di comprendere la ratio della legge, “ma si rischia il paradosso di rimettere in discussione l’esistente e di bloccare le novità”. 
Andrea Agresti di Ncd, che si è detto favorevole nel merito, ha parlato di “legge che presenta alcuni elementi di forte criticità e che ha un sapore elettorale, perché è stata presentata in ritardo e si limita a imporre una moratoria anziché dettare i criteri per il governo del settore”. Per questo, ha aggiunto, “in fase di votazione il nostro gruppo si asterrà”.
Apprezzamento è stato espresso da Marta Gazzarri, capogruppo Tcr, perché “il numero delle richieste per i permessi di ricerca era davvero troppo alto e perché finalmente si è dato ascolto alla voce dei cittadini”. Sospendere per sei mesi, ha aggiunto, “non vuol dire bloccare lo sviluppo ma ragionare in termini di sostenibilità ambientale e di sviluppo sostenibile”.
Per Ivan Ferrucci capogruppo del Pd sulla geotermia si sono sprecati “molti aggettivi a sproposito”, perché “la geotermia è indiscutibilmente una fonte di energia rinnovabile e perché gli obiettivi che ci diamo con il Piano ambientale ed energetico regionale sono importanti”. La moratoria, ha spiegato, “non significa fermare il settore, ma affrontare il merito delle questioni per ridare slancio a questa fonte rinnovabile”.
Secondo l’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini, la proposta di legge “non nasce da esigenze elettorali, ma dalla necessità di tenere in conto le istanze di chi critica gli interventi e di giudicare con criteri oggettivi il gran numero di richieste di permessi di ricerca che ci sono arrivati”. L’idea di fondo, ha aggiunto, “è quella di tutelare l’interesse pubblico e, allo stesso tempo, quello della libera intrapresa; per questo servono criteri oggettivi che la Giunta si darà da qui a sei mesi”.


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