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Attualità mercoledì 09 settembre 2015 ore 19:15

Ungulati: legge ad hoc per abbatterli

Cinghiali e caprioli in numero 4 volte superiore alla media nazionale. In arrivo la riforma della norma regionale e dei regolamenti venatori



FIRENZE — Ungulati selvatici, principalmente cinghiali ma non solo, che stanno proliferando in Toscana e creando seri danni all'agricoltura, all'ambiente. Oltre che minando la sicurezza sulle strade. Un problema molto sentito anche in tutta la Val di Cecina e tornato all'attenzione dopo la morte del rosignanese che con l'auto si è costato contro un cinghiale a Castellina Marittima alcune settimane fa.

LA LEGGE. Stamani, 9 settembre, l'annuncio dell'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi: una proposta di legge in Regione per rispondere a questo problema. Con lui c'erano il sottosegretario all'ambiente Silvia Velo e il direttore di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) Stefano La Porta.

"Alle emergenze si risponde con provvedimenti d'emergenza - ha detto Remaschi - per questo la Regione sta lavorando a un testo di riforma della norma regionale e dei regolamenti venatori, che possa dare attuazione a un'efficace politica di contenimento degli ungulati in tempi rapidi".

La Regione, grazie alla nuova normativa, potrà avere la gestione diretta in questo ambito, dove oggi la legge 157 del '92 risulta datata, grazie anche all'attivazione di un nuovo rapporto con Ispra, centrato sulla massima collaborazione fra le istituzioni.

Come ha spiegato Remaschi sarà "un articolato di legge che la giunta regionale, mettendo insieme una serie di provvedimenti, predisporrà nelle prossime settimane e che poi affiderà al Consiglio per la discussione perché si arrivi in tempi rapidi a una gestione faunistico venatoria che tuteli concretamente l'agricoltura e l'equilibrio ambientale del nostro territorio e riconduca la situazione alla normalità cioè all'interno della media nazionale".

L'assessore ha ricordato che "oggi in Toscana assistiamo a un fenomeno ungulati stimato 4 volte superiore alla media nazionale: non è accettabile"

"Dobbiamo arrivare al nostro obiettivo facendo un patto serio con gli agricoltori e il mondo venatorio e ambientalista perché senza la collaborazione delle associazioni e di soggetti terzi come il Ministero e Ispra non possiamo arrivare a buoni risultati - ha aggiunto Remaschi - Abbiamo inoltre l'idea di attivare una filiera per la commercializzazione della carne e una anche per venire incontro ai tanti bisogni che oggi ci sono, penso alle mense dei poveri che sono in aumento, ai quali potremmo dare una piccola risposta".

UN MODELLO TOSCANO. "Il Ministero dell'ambiente è in prima linea per affrontare l'emergenza del sovra-popolamento degli ungulati, in particolare dei cinghiali, che negli ultimi anni ha raggiunto livelli eccezionali - ha dichiarato il sottosegretario all'ambiente Silvia Velo - La Regione Toscana che sta intervenendo con una legge obiettivo, avrà il supporto del ministero dell'ambiente attraverso Ispra che fornirà un sostegno tecnico e legislativo con attività di monitoraggio e nella stesura del provvedimento". 

Secondo Velo "in questo modo il modello della Toscana potrà fare da apripista per fronteggiare un'emergenza che sta assumendo una portata di carattere nazionale".

Salutando l'iniziativa come la prima in Italia che vuole risolvere il problema anche in tempi definiti e limitati, Stefano La Porta di Ispra ha sottolineato la disponibilità e l'impegno con il quale l'istituto che dirige organizzerà le iniziative e le misure necessarie, dando organicità per tutto il corso dell'anno e garantendo il supporto tecnico/scientifico.

UN PRIMO DOCUMENTO. In Consiglio regionale l'assessore Remaschi OGGI ha poi riferito a proposito dell’emergenza ungulati. A maggioranza (Partito Democratico, Lega Nord, Forza Italia) è stato votato un ordine del giorno sul tema. Contrario il Gruppo consiliare di Sì Toscana a Sinistra con i Consiglieri Sarti e Fattori.

"Sull’ormai drammatico proliferare di ungulati nella nostra regione - ha detto  il Capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai - finalmente assistiamo da parte della maggioranza al cambio di approccio che chiedevamo da anni. Per questo votiamo sì all’atto di indirizzo che oggi ci è sottoposto ma intendiamo vigilare per garantire la sua effettiva applicazione e traduzione in atti".

"Il fenomeno cresce in maniera geometrica - ha aggiunto - Finalmente la maggioranza inizia a prendere atto che una simile situazione non si risolve con le belle parole e i buoni propositi, ma che serve una presa in carico forte da parte della Regione, anche per scongiurare il rischio di eventuali soluzioni ‘spontanee’ da parte della popolazione costretta ormai a situazioni insostenibili".

IL NO DELLA SINISTRA. “Nella comunicazione odierna sull’emergenza ungulati la Giunta omette alcuni punti fondamentali, eludendo i quali è impossibile una seria discussione sull’eccessiva presenza in Toscana di cinghiali e caprioli e dei danni conseguenti nelle aree agricole - dichiara il Paolo Sarti, Consigliere di Sì-Toscana a Sinistra che ha votato no al documento in Consiglio - E’ contraddittorio affidare ai cacciatori la risoluzione del problema, c’è un conflitto d’interessi”.
Questa emergenza esiste da anni e la causa principale è stato il lasciar fare ai cacciatori tutto quello che volevano, come l’introduzione di esemplari dall’est Europa, che hanno soppiantato per la loro prolificità i cinghiali autoctoni, e la pasturazione nei periodi invernali, con conseguente aumento ulteriore della popolazione - ha aggiunto il consigliere - La Toscana ha uno dei calendari venatori più ampi di tutta Italia e ciò non è servito a contenere il sovrappopolamento: le ricerche scientifiche più aggiornate dimostrano, infatti, proprio il contrario, che la caccia non è un rimedio efficace per contrastare i danni dei cinghiali all’agricoltura, anzi, la perdita della sincronizzazione dell’estro e l’aumento della fecondità, può essere considerata come una causa dei danni stessi”. 

Sarti chiede quindi "metodi alternativi, quali recinzioni elettriche e il controllo della fertilità della fauna selvatica, che sembrano invece essere molto efficaci”.

“Si tace poi sulle conseguenze della caccia in Toscana come i morti e feriti, sia tra la gente comune, sia tra i cacciatori stessi: perché non sono pubblicati e resi pubblici anche questi dati? - prosegue il consigliere - Aumentare l’esercizio venatorio aumenterà anche questo tipo di tragici incidenti”.


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