Cultura

Cala il sipario sul teatro romano

Successo per la 13esima edizione del festival internazionale che ha fatto rivivere il teatro augusteo. Grandi nomi per il premio Ombra della Sera

Ospiti internazionali di caratura mondiale come Fernando Arrabal, un mito vivente della cultura novecentesca mondiale, la Trimalcena nel suggestivo ambulacro del teatro romano, 25 eventi di grande spessore fra luglio ed agosto. Nonostante le difficoltà iniziali, è stata un successo l'edizione numero 13 del Festival Internazionale del teatro romano di Volterra che si è conclusa il 2 agosto.

Oltre agli spettacoli, il clou è stata la consegna dei premi Ombra della Sera, sabato 1 agosto al Persio Flacco, dato il maltempo che ha impedito lo svolgersi della cerimonia al teatro romano. Sul palco Simone Cristicchi, Eros Pagni, Ruben Rigillo, Masolino D'Amico, Giuseppe Manfridi e lo stesso Arrabal che ha inondato anche il palcoscenico del Teatro Persio Flacco, impedendo a Simone Cristicchi di fare il suo "pezzo" in programma. Oltre agli ospiti, sono intervenuti il sindaco di Volterra Marco Buselli, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra Augusto Mugellini e il presidente di Federculture Claudio Bocci.

Per lo scrittore e intellettuale spagnolo Arrabal il festival di Volterra "si può inserire fra i grandi Festival europei, da Avignone a Edimburgo, fino a quelli extra europei come quello di Buenos Aires". Ha intravisto "potenzialità economiche e culturali di grande portata se gli investimenti in futuro potranno essere adeguati all'importanza della manifestazione", che lo spagnolo già conosceva e di cui aveva sentito parlare.

Soddisfazione generale tra gli organizzatori, primo fra tutti l'ideatore e direttore artistico del festival Simone Migliorini: "ha ben funzionato anche l'abbinamento buffet serale e spettacolo". "Ci sono delle criticità come in tutte le cose e tutto può essere perfettibile - aggiunge - io credo che tutto sia legato al crederci e ad investirci in modo proporzionato alle potenzialità dell'evento che magari, volendo rimanere con i piedi per terra, non è come Avignone o Edimburgo, ma che avrebbe la possibilità per diventarlo". 

E al termine della manifestazione il direttore non nasconde che c'è da crescere: "non è possibile continuare a queste condizioni, c'è bisogno di pubblicità manodopera produzioni, collaborazioni". "Stiamo intraprendendo collegamenti con le scuole internazionali di teatro, con i teatri europei e gli artisti internazionali, per far diventare Volterra una capitale del teatro e della cultura - conclude - Abbiamo idee innovative mai sperimentate in Italia e nel mondo, come l'approccio sensoriale alla recitazione che sto sperimentando".