Cronaca

Due anni dalla morte di Don Vincenzo

Un sacerdote che Volterra non ha dimenticato

Sono trascorsi due anni dalla morte di don Vincenzo Guttadaura e molti a Volterra lo ricordano con affetto immutato: tutti quelli che l’hanno conosciuto, e hanno potuto apprezzare la sua sensibilità di sacerdote cattolico convinto di vedere Cristo in ogni creatura sofferente, in ogni persona moralmente ferita, sanno di aver perso un amico e un compagno di percorso esistenziale.

In occasione del suo funerale, come raramente accade, erano vicini gli uni agli altri credenti e non credenti, cittadini liberi e cittadini carcerati, insomma tutti quelli che avevano saputo vedere in lui il prete, l’amico, l’uomo rigoroso e disposto ad ascoltare, a compatire nel senso etimologico del termine: soffrire assieme. Ovunque sia andato, durante il suo sacerdozio, in San Francesco, a Iano, nel carcere e fra gli ammalati di mente, ha di sicuro lasciato una traccia di sé, senza ostentazioni e senza retorica, attenendosi in modo preciso alla lezione evangelica.

In questi giorni la figura di Don Vincenzo è stata richiamata alla memoria cittadina da due artisti volterrani: Pantzela Campinu e Roberto Veracini che hanno realizzato un ritratto e una poesia.