Cultura

Gli incensi tra sacro e profano

Utilizzati durante rituali religiosi, danze funebri, banchetti e momenti conviviali, ricoprivano un ruolo centrale nella quotidianità degli etruschi

Spesso associato alla cultura orientale e alle cerimonie religiose, l’incenso ha attraversato, in modo trasversale, la storia delle civiltà occidentali, anche in ambiti non legati alla sfera liturgica.

Già in epoca etrusca, la sua diffusione era ben radicata. Utilizzato come offerta votiva sulle are sacrificali, durante i riti funebri e nella pratiche libanomantiche, l’incenso aveva anche una funzione purificatrice e disinfettante dell’aria. Le essenze aromatiche, infatti, oltre a rilassare gli animi, prevenivano possibili contagi da malattie infettive. L’abitudine di diffondere sostanze profumate negli ambienti coinvolgeva, però, anche la sfera privata, in particolare, i banchetti, i giochi e i momenti conviviali. La sua presenza nella vita quotidiana dell’antico popolo è confermata dai ritrovamenti archeologici. Raffigurazioni tombali e l’iconografia riportata su anfore, ceramiche, urne funerarie, sarcofagi, basi in pietra, specchi, gemme e cofanetti di bronzo testimoniano come i thymiateria, meglio noti come incensieri, fossero protagonisti in diversi momenti della giornata.