Cultura

Il moralizzatore volterrano

Nato nella città etrusca, Aulo Persio Flacco è ricordato per le sue invettive satiriche. Il suo intento era educare moralmente i lettori

Fu proprio Volterra a dare, nel 34 d.C., i natali ad Aulo Persio Flacco, poeta latino passato alla storia come fustigatore della società del suo tempo. Nelle sue satire, infatti, cerca di smascherare le ipocrisie dei suoi contemporanei, evidenziandone il falso perbenismo e mettendone in luce la superficialità e la corruzione dei costumi che si celano dietro l’apparente rispetto delle convenzioni sociali: “Ahi, di che s'affannano gli uomini! O quanta vanità nelle cose!”

Il suo intento di educare moralmente i lettori viene espresso attraverso un utilizzo innovativo della lingua che, alternando diversi registri, appartenenti sia al lessico quotidiano sia a termini aulici, ha uno scopo polemico e aggressivo.

Con uno stile sentenzioso si rivolge a un pubblico selezionato, in possesso di una cultura medio-alta; manifesta, infatti, un distacco aristocratico nei confronti del volgo e delle persone più semplici.

Nonostante questo tratto elitario, dimostra però di conoscere bene il popolo e, da buon volterrano, di apprezzarne alcuni aspetti.

Molto probabilmente, come avrebbe fatto, secoli dopo, Machiavelli, avrà frequentato i luoghi di aggregazione della plebe, ascoltandone gli umori e la tendenza all’aggressività espressiva.

Un testimone critico ma compiaciuto delle taverne, dove il senso del ridicolo e l’osservazione spregiudicata dei difetti degli altri erano gli ingredienti fondamentali della conversazione.